Perché al posto di elargire il reddito di cittadinanza a tutti quei cittadini giustamente bisognosi e che vorrebbero guadagnarsi lo stipendio, non si adottano soluzioni che restituiscano dignità alle persone?
Per esempio, abbiamo in Italia un pilastro importante che dà dei servizi integrando, in alcuni casi sostituendo, il servizio pubblico, si tratta del grande mondo del volontariato.
Perché allora non renderlo un lavoro effettivo occupando coloro i quali sono disoccupati?
Qualcuno potrà obbiettare che tutto ciò ha un costo elevato che non possiamo permetterci, che il mondo del volontariato ha tutta una serie di regolamentazioni che andrebbero stravolte.
Innanzi tutto le regole si possono sempre modificare senza stravolgerle.
Il mondo cambia e noi dobbiamo cambiare e riuscire ad adattarci. Ma se guardiamo al ritorno economico che ci può essere, potremmo avere:
- tassazioni che rientrano nelle pubbliche casse;
- più cittadini con una maggiore sicurezza economica a vantaggio dell’economia interna;
- una forte diminuzione del lavoro nero, ecc.
Questi sono solo alcuni esempi dei lati positivi.
Focalizzando l’attenzione a livello territoriale, le soluzioni possono essere:
- nel comparto sanitario: tutte quelle associazioni di carattere volontario che supportano per carenza di personale, le attività annesse al sistema ospedaliero o territoriale, come per esempio le Misericordie;
- per quanto riguarda il controllo e la manutenzione del territorio, esempi come: l’associazione Venatoria, la protezione civile (una macchina ormai collaudata da 40 anni, che non deve funzionare a pieno regime solo per le calamità, ma 365 giorni l’anno per evitarle). Potrebbero, da associazioni di volontari, diventare un vero e proprio settore lavorativo assumendo chi è disoccupato.
Perché chi svolge l’impareggiabile compito di volontario, lo fa nel tempo libero dal lavoro primario.
Se a livello territoriale, questo tipo di discorso dovesse funzionare in maniera impeccabile, immaginate cosa potrebbe diventare a livello nazionale dove, più di 5 milioni di volontari , che ad oggi operano per più di 350 mila associazioni (che spaziano nei più svariati campi di servizio), verrebbero sostituiti dai disoccupati, dando loro una sicurezza economica.
Fabio Mulas