Twitter in fermento per il #Cashbackdistato. L’operazione voluta dal Governo Conte per spronare i cittadini all’uso dei pagamenti digitali ha trovato molte adesioni seppur ci siano stati i soliti problemi informatici collegati all’impossibilità dello Stato nel gestire le connessioni in entrata di tutti quelli che dovevano inserire le proprie carte di credito nel portafogli dell’applicazione.
Il social del cinguettio ha ospitato un viavai di opinioni molto critiche nei confronti dei disservizi, ma altrettanto positive verso questa iniziativa e la app Io che la ospita: destinata quest’ultima a diventare la carta dei servizi del cittadino e della pubblica amministrazione.
Dal 7 dicembre al 10, il data journalist e scrittore Livio Varriale ha realizzato una ricerca OSINT sugli hashtag #Cashback, #Cashbackdistato e sul profilo istituzionale dell’app @ioitaliait ed il risultato è stato di 13.013, 75.376 likes, 10.004 condivisioni, 2.092 citazioni e 13.497 commenti.
La classifica dei top Tweets è ricca di spunti, ma quello che emerge di più è il paragone tra il flop di Immuni e il successo di Io degli utenti @filipio_ @La_manina__@Cartabellotta, figlio del populismo digitale che in questi mesi ha accompagnato la cronaca delle app del paese. Il tutto è stato accompagnato dalle lamentele sui disservizi che hanno ricordato i vari clickday dei bonus governativi e dei 600 euro dell’Inps come nel caso di @MatteoRichetti. Il post tecnico più autorevole è di @g_bonfiglio che spiega i punti deboli e quelli forti della manovra con un lunghissimo Thread che incassa quasi mille preferenze. Chi ha vinto la giostra, superando addirittura l’immancabile e puntuale satira di Osho, è MarcoNoel19 con il suo “A proposito di #cashback, quel rimborso da 49 milioni quando arriva ? #Salvini” riferendosi ai famigerati 49 milioni della Lega.
Hashtags
Anche la torta degli hashtag più utilizzati fa comprendere la tendenza delle opinioni. Dopo i tre protagonisti, cashback, cashbackdiStato e IoAp, c’è Immuni. La presenza dell’app Immuni denota non solo un equivoco messo in scena per recriminare l’insuccesso dell’app sanitaria per motivi esterni al Governo ed ai suoi consulenti, cosa purtroppo conclamata dalle stesse istituzioni smentendo questa tesi, ma anche per cavalcare un cavallo di battaglia che ha portato per mesi visibilità a chi non fosse a conoscenza degli aspetti tecnici e giuridici pregiudizievoli al suo funzionamento.
Menzioni
Gli Utenti ed i profili più menzionati sono stati quelli di IoApp, istituzionale e coinvolto in prima persona, l’imprenditore digitale Matteo Flora che ha aperto forti critiche al sistema IoApp sia per i disservizi sia avanzando il sospetto di un complotto ordito ai danni degli utenti per quanto riguarda la questione delle carte di credito inserite nel profilo dell’app Io, sia perché i ritardi nell’inserimento dei dati erano bypassabili facendo gestire praticamente a due soggetti terzi a caso, clienti del Flora tra l’altro, i dati delle carte di credito. Un’operazione ben riuscita visto che sia Satispay che Nexi figurano tra i maggiori menzionati. Critico, ma non troppo, il prof. Fuggetta dimissionario dal Comitato Scientifico di Governo che ha portato alla scelta di Immuni. Paola Pisano, Ministro all’innovazione, non si è espressa con la stessa energia spesa per Immuni, sarebbe curioso capire che ruolo ha avuto in questa operazione dove tra i più menzionati social figura il Ministero Economia e Finanze. ImmuniApp è tra i profili menzionati anche se in modo errato: perché accomunare una app di tracciamento dei propri spostamenti utile ai fini sanitari, con dati sensibili caricati in forma anonima, rispetto a una app che offre soldi in cambio di transazioni finanziarie già abbondantemente tracciate? Che qualcuno abbia realmente da nascondere i dati delle proprie spese rispetto a quelli sanitari? La vera preoccupazione che emerge sembra essere proprio questa.
(Il Riformista)