Secondo i dati pubblicati dall’Iss, la diffusione del virus è praticamente inesistente al momento nel nostro Paese. Ma bisogna attendere la fine di dicembre per tirare le somme
L’effetto Covid, o meglio l’effetto combinato mascherine-distanziamento-igiene delle mani, abbatte l’incidenza dell’influenza stagionale. Il ceppo virale influenzale di quest’anno è stato identificato in Italia per la prima volta il 29 settembre, ma la diffusione del virus è praticamente inesistente al momento nel nostro Paese.
Secondo il rapporto settimanale InfluNet dell’Istituto Superiore di Sanità, riferito al periodo 30 novembre-6 dicembre, l’incidenza delle sindromi influenzali è “stabile e sotto la soglia basale”, pari a 1,9 casi per mille assistiti. Lo scorso anno, nella stessa 49esima settimana, la curva si stava già arrampicando oltre la soglia basale, con un’incidenza di 3 casi per mille abitanti. In quella settimana si stimavano almeno 174mila casi, quest’anno invece 115mila.
Non a caso la rete di sorveglianza virologica dell’Iss ha raccolto nell’ultima settimana 148 campioni clinici ricevuti dai diversi laboratori afferenti alla rete InfluNet (656 campioni dall’inizio della sorveglianza) e, tra questi, nessuno è risultato positivo al virus influenzale. Mentre 17 sono risultati positivi al SARS-CoV-2 (100 dall’inizio della sorveglianza). Si cerca l’influenza, insomma, si trova il Covid.
Si tratta solo di un primo segnale, incoraggiante ma non definitivo: “Negli ultimi 3 o 4 anni – spiega all’AGI il virologo Fabrizio Pregliasco – l’epidemia è andata verso il picco dopo il periodo natalizio, sarà allora che potremo iniziare a tirare le somme e capire se la stagione influenzale sarà davvero così ridotta rispetto alla media. Ma la partenza sembra suggerire questo. Noi speriamo che le misure di contenimento per il Covid, mascherine, distanziamento, lavaggio delle mani, abbattano anche la circolazione dei virus influenzali, come peraltro è stato già osservato in Italia questa estate. Sappiamo come sia problematico distinguere i sintomi Covid, almeno quelli iniziali, da quelli influenzali. Se avessimo una stagione influenzale mite sarebbe un grande vantaggio per combattere il coronavirus nei prossimi mesi invernali”.
(Agi)