La Commissione Ue ha messo a punto misure paracadute, che dovrebbero entrare in vigore il 1° gennaio nel caso in cui per allora non dovesse essere operativo un accordo, per evitare il caos nei trasporti, aerei e su camion, e per la pesca.
Che anche Londra dovrà garantire
La Commissione ha preparato delle misure di emergenza per evitare un tracollo il 1° gennaio 2021, in caso di no deal sulla Brexit, nei settori che avrebbero conseguenze “sproporzionate” dalla mancanza di accordo (trasporti, aerei e su camion, pesca). Ieri a cena al Consiglio europeo, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha informato i 27 capi di stato e di governo sui risultati della cena della vigilia con il primo ministro britannico, Boris Johnson.
Una piccola perfidia, un menu a base di pesce (coquilles Saint-Jacques e rombo, senza precisare la provenienza) – è uno dei tre capitoli controversi per arrivare a un accordo sulle relazioni future – per decidere di rimandare le decisioni a domenica prossima. Qualche giorno ancora, poi, se ci saranno passi avanti, i negoziati potranno proseguire, ha detto il ministro Dominic Raab.
Ma per il momento, l’accordo non c’è e la Gran Bretagna uscirà dal mercato unico e dall’unione doganale il 31 dicembre. Dal 1° gennaio si applicheranno quindi le regole della Wto, su tariffe doganali e quote. Per la Gran Bretagna, un costo sui 44 miliardi di euro, che si aggiunge alle conseguenze economiche del Covid.
La Honda ha fermato uno stabilimento, perché non riceve più i pezzi di componentistica. Già adesso, il commercio è sotto tensione, c’è la corsa all’approvvigionamento per evitare le tasse che, senza accordo, piomberanno sugli scambi dal 1° gennaio (le tariffe sono alte, per esempio per i medicinali, oggi derrata indispensabile).
Le misure di emergenza decise dalla Commissione verranno applicate solo nel caso di “reciprocità” britannica (ci sono già un centinaio di misure contingenti approvate per evitare l’embolo nelle relazioni). Ma Londra storce il naso, soprattutto sulla pesca. Johnson ha promesso di «riprendere il controllo» ed è reticente ad accettare la proposta di Bruxelles di garanzia reciproca della libertà di pesca ancora per un anno, «salvo intese» nel frattempo. Se ci sarà un accordo nei prossimi giorni, il Parlamento europeo potrebbe votare il deal il 22 dicembre.
(Il Manifesto)