26 Dicembre, 2024
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I cani di quartiere: così l’adozione collettiva salva i randagi

A Giffoni Sei Casali, un paese in provincia di Salerno, il Comune e l’Asl hanno realizzato un piano che prevede microchip, coccole e cure per i quattrozampe che vivono liberi senza un padrone

Nina ti guarda curiosa, sdraiata sul prato in una mattina di sole. Ha otto anni, una parte dei quali passata a vagabondare in strada alla ricerca di cibo e di caldo. Ora continua ad essere libera, ma con la sicurezza che nelle notti di gelo o nei giorni di afa troverà dalla signora Cristina acqua, cibo, e anche un riparo. Qualche passo più indietro, Nerino,in apparenza più diffidente, non si abbandona con altrettanta fiducia alle carezze degli sconosciuti, ma scodinzola comunque. Lui divide ciotole e coperte con Nina. Poi ci sono Zoe, e Greta e altrifortunati che ora hanno una famiglia, magari dopo un viaggio in treno verso il Nord. Altri continuano a preferire la strada, ma sono nutriti, sterilizzati, puliti, vaccinati, amati e coccolati.

 

Un comune ‘randagi free’

Giffoni Sei Casali, con le sue stradine pulite e ordinate, è probabilmente il primo Comune al Sud, se non d’Italia, randagi free. Perché i cani senza padrone li ha, ma sono ‘di quartiere’. Due anni fa, l’Asl di Salerno e l’amministrazione municipale  hanno affidato al dottor Gerardo Bisogno un servizio veterinario innovativo nella filosofia in un ambulatorio di via Capocasale. Sono stati 24 mesi di duro lavoro e impegno, con l’applicazione di ben 660 microchip agli amici a quattro zampe e la sterilizzazione di 120 tra cani e gatti in un territorio che comprende anche i Comuni di Acerno, Giffoni Valle Piana, Montecorvino Rovella, Castiglione del Genovesi, San Mango Piemonte e San Cipriano Picentino. Ad oggi sono 7 i cani di quartiere, mentre gli ex randagi che hanno trovato una nuova famiglia sono 14.

Al Nord verso una famiglia

“I cani sono andati a Milano, Torino, Venezia, in Toscana. Quelli di quartiere dormono per strada, ma non sempre perché alcuni cittadini offrono anche le loro proprietà come rifugio, allestiscono cucce, li fanno entrare nei loro garage”, racconta all’AGI Stefania Grimaldi, assessore nel piccolo centro del Salernitano  a Piani e Programmi. Grazie ai volontari, c’è un controllo capillare sulla situazione degli animali, anche per prevenire od ovviare al problema degli abbandoni. Oggi da trovare c’è un cane al Casale di Capitignano individuato nei giorni scorsi. Appena i volontari riusciranno ad avvicinarlo e prenderlo, verrà sottoposto a sterilizzazione e farà una degenza presso una struttura con cui il Comune ha accordi per l’affidamento, dove trascorrerà tutto l’inverno. Poi si procederà con un’adozione o con una reimmissione nel territorio, ma solo la primavera.

Un programma elettorale

Tutti gli abitanti di Giffoni Sei Casali si occupano tutti i giorni dei cani e segnalano ogni loro esigenza all’amministrazione comunale.  Per Gerardo Paraggio, direttore del distretto 68 dell’Asl,  “avere a disposizione l’ambulatorio veterinario, dato a noi  in comodato d’uso gratuito dal sindaco, e tutti i mezzi per effettuare i due passi necessari per la lotta al randagismo, la microchippatura e la sterilizzazione dei cani e dei gatti, ha significato contenere questo fenomeno molto pesante ed estremamente costoso per le amministrazioni comunali. Noi come Asl mettiamo a disposizione il servizio di accalappiamento cani. Poi, la competenza sul dove portare il cane accalappiato è del Comune che deve convenzionarsi con una struttura che possa ospitare il cane accalappiato. L’obiettivo è cercare di catturare i cani, sterilizzarli, microchipparli e, poi, darli in adozione. Così si chiude il circolo. Il Comune ottiene che ha pochi cani nel canile e le spese si abbassano e soprattutto si abbassano anche i problemi che i cani randagi arrecano comportano,. Pensiamo solo agli incidenti stradali che li vedono coinvolti. È una serie di iniziative che sono da sperare che vengano assunte in tutti i Comuni”. Francesco Munno, primo cittadino di Giffoni Sei Casali, si è insediato a giugno 2017 e la lotta al randagismo l’aveva nel suo programma elettorale. ” Siamo fieri di aver dato la possibilità ai cittadini e agli amici a quattro zampe di una soluzione al randagismo con un presidio per la cura e per il benessere degli animali che stanno a cuore un po’ a tutti”, dice schivo. Ma è lui ad aver messo in piedi questo sistema semplice ed efficace

Cani in preaffido

La signora Maria Rosaria intanto accarezza Greta, una cucciolona nera in preaffido dal 13 novembre scorso. “L’ho trovata davanti casa mia, sulla strada. C’era il cancello aperto. Era in evidente difficoltà e l’ho tenuta con me. Mi sono affidata a loro dell’ambulatorio veterinario, che sono efficientissimi, ho chiamato la polizia municipale e i carabinieri. La cagnolina non aveva il microchip e, a quel punto, mi sono attivata con il Comune. Mi hanno dato una grossa mano e porterò Greta con me a Milano dove ho spazio dentro e fuori casa e poi la città è piena di aree per cani”.  Zoe invece è una cagnolina nera avvistata dai volontari sul ciglio di una strada di passaggio. “Siamo accorsi, non si vedeva nemmeno perché era tra una montagna di foglie secche. Era molto impaurita, piena di zecche e pulci dappertutto. Era piccolissima. Non si faceva toccare in alcun modo, si nascondeva in casa per non farsi toccare”, dice una donna che vuole restare anonima. “È in casa con noi da circa tre settimane e mia figlia le ha dato questo nome – aggiunge – è in preaffido e speriamo di tenerla con noi adottandola. I volontari hanno trovato per lei già tante richieste di adozione”. La signora Cristina annuisce contenta. Anche lei attraverso i volontari, dopo aver aiutato Nina a partorire qualche anno fa, si è presa cura dei suoi cuccioli fino a quando non hanno trovato un focolare.

Il volontario

“Sono un semplice cittadino che ha la passione per cani, gatti e per la natura in generale. Perciò cerco di coniugare la mia vita di tutti i giorni con l’impegno per salvare gli animali in difficoltà che sono sul territorio. Con la mia compagna, abbiamo storie di recuperi in territori dove non siamo presenti, quindi interveniamo anche su segnalazione di amici. Fino ad oggi, penso di aver aiutato almeno 150 animali. Non recuperiamo solo gli animali in difficoltà, ma vigiliamo anche sui numeri del randagismo sul posto e seguiamo tutto l’iter previsto dalla legge. Il cane di quartiere femmina, per essere insediato sul territorio, deve essere seguito. La premessa è la sterilizzazione. La nostra attività di recupero cani viene affiancata anche dalla collaborazione con l’Asl. Qui, a Giffoni Sei Casali c’è una sensibilità molto elevata verso il mondo degli animali”, le fa eco Matteo, uno dei volontari.

Il veterinario

“Tra cani sterilizzati, microchippati e curati, sono passati da questo ambulatorio circa mille animali tra cani e gatti in due anni – sottolinea Bisogno, direttore dell’ambulatorio veterinario –  qui, applichiamo i microchip, diamo la prima cura in caso di incidente stradale, affidandoci eventualmente alla struttura del Frullone a Napoli per i casi più complicati, la sterilizzazione dei cani e gatti randagi, sia quelli destinati al canile, sia quelli affidati a privati, sia quelli poi reinseriti sul territorio. Si cerca di limitare il problema del randagismo tentando di far inserire nelle famiglie questi animali che curiamo. Per quelli più di difficile controllo si fa ricorso al canile. Ma sono dei casi limite che cerchiamo di evitare al massimo”.

(Agi)

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