25 Dicembre, 2024
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Cimone e Corno alle Scale: boom di turisti, ma impianti chiusi

La rabbia dei gestori: “Piste sicure, fateci lavorare” Il presidente del Consorzio: “Un controsenso, la gente si è riversata nei rifugi e nei bar”

Ieri in tanti si sono riversati sulle piste di sci nordico. In alto a destra Luciano Magnani, presidente del Consorzio del Cimone

Riolunato (Modena), 14 dicembre 2020 – Appennino modenese preso d’assalto ma impianti chiusi: migliaia di turisti, 200 a manifestare contro il Natale senza sci. Sono i due volti di una domenica che ha acceso i riflettori sui “controsensi” del decreto anti-covid che ha fermato le seggiovie ma non la voglia di vacanza né tantomeno gli assembramenti a bordo pista. “Polle, Cimoncino, Passo del Lupo e Lago della Ninfa sono stati presi d’assalto, abbiamo stimato tra le 2500 e le 4mila persone, che sarebbero andate tutte a sciare e invece il decreto ci costringe a restare chiusi, un controsenso – rileva amaro Luciano Magnani, presidente del Consorzio del Cimone –. Gli unici che ci stanno rimettendo sono gli operatori che gestiscono gli impianti, la gente c’era lo stesso ma si è tutta riversata nei rifugi, nei bar. Anche i noleggi hanno lavorato con le ciaspole…”.

E c’è già chi lamenta pericolosi affollamenti mostrando le foto dei parcheggi pieni. Se le persone fossero state in pista, spiega Magnani, ci sarebbero stati meno assembramenti. “Abbiamo speso molti soldi per la sicurezza e per adeguarci ai protocolli” rimarca. Una beffa nella beffa nella prima domenica potenzialmente d’oro con un metro di neve fresca, e il sole.
Situazione in fotocopia anche al Corno alle Scale, nel Bolognese, dove ieri si è registrato un importante afflusso di turisti.

”Avremmo incassato 200mila euro nel weekend“. Invece il Consorzio per ora deve accontentarsi degli sci club, gli unici insieme agli atleti nazionali che possono allenarsi.
Mentre i turisti si sono riversati nei sentieri tra passeggiate e ciaspolate e sugli anelli del fondo, mai così richiesti. Le piste di sci nordico hanno infatti ottenuto il ‘via libera’ ed in questi giorni hanno aperto sull’Appennino Modenese le stazioni di Piandelagotti (Frassinoro), Piane (Lama Mocogno) e S.Anna (Pievepelago). Per il resto a Natale gli impianti resteranno fermi.

Contro questa decisione ieri alle Polle è andato in scena un flash mob apolitico che per la prima volta ha radunato rappresentanti di tutte le stazioni sciistiche dell’Appennino Modenese e Pistoiese.

“Non vogliamo protestare, ma vogliamo far sentire la nostra voce per far conoscere la tragica situazione economica montana conseguente alla chiusura natalizia degli impianti di risalita ed avere garanzie sia sulla riapertura, almeno dal 7 gennaio che sui necessari fondi di ristoro”.

È il messaggio espresso dagli organizzatori e dai principali rappresentanti che hanno preso la parola: il sindaco di Riolunato Daniela Contri, il presidente del Consorzio del Cimone Luciano Magnani, il presidente degli impianti di risalita delle regioni a statuto ordinario Andrea Formento ed il campione di sci nordico Lionello Biondini di Frassinoro.

“Speriamo che il nostro messaggio venga ascoltato – hanno detto gli organizzatori – non potevamo restare in silenzio in una situazione simile che potrebbe portare alla morte economica di tante comunità basate sul turismo”.

“Speriamo che i nostri politici agiscano in maniera bipartisan per aiutarci a sopravvivere” ha detto Formento.
“Chiudere una stazione sciistica a Natale è come chiudere un albergo al mare a Ferragosto” dice Amedeo Faenza, presidente provinciale di Federalberghi, a commento del flashmob delle Polle. “La chiusura – aggiunge – è incomprensibile perchè gli albergatori del nostro Appennino hanno da tempo investito risorse importanti per adeguarsi agli standard richiesti e a tutte le misure di prevenzione”.

(Il Resto del Carlino)

 

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