22 Dicembre, 2024
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L’anno della pandemia: intervista ai bambini.

In questo 2020, per via del coronavirus, si sono riscontrati infiniti problemi e ognuno di noi è stato privato della propria libertà. Ma i bambini, simbolo della libertà, come hanno affrontato tutto ciò?

È stata fatta a riguardo una breve intervista a tre bambini: Marco e Diego, compagni di classe in quinta elementare; Riccardo, prima elementare.

 

  • Marco: “Il covid, oltre ad essere una pandemia, per me è un blocco interiore, ma capisco che è anche un grande blocco economico. Durante la quarantena ho fatto scuola online e questo è stato un grande colpo, perché è stato difficile: non potevo vedere i miei compagni, quindi ci sentivamo su Skype e ogni tanto ci collegavamo attraverso i videogiochi per giocare insieme; non ho potuto vedere i miei cari e durante i compleanni facevo le videochiamate con loro. Infatti mi manca stare insieme ai parenti, vorrei tornare a riabbracciarli e a dirgli che gli voglio bene. Da questo periodo ho appreso che, nonostante la distanza, abbiamo imparato a volerci bene; e per quest’anno l’atmosfera natalizia la sento un po’ cambiata, poiché non posso vedere i parenti, e quindi il Natale sarà diverso”.

 

  • Diego: “Il covid per me è un virus che ci ha fatto passare momenti molto difficili; in quarantena ho trascorso più tempo con i miei genitori, non ho potuto fare sport, andare a scuola e stare con tutti i miei amici, quindi ci vedevamo online. Adesso, in classe, abbiamo un banco ognuno, teniamo sempre la mascherina, le ore sono ridotte e non ci possiamo avvicinare o prestare cose. Nonostante tutto, sono contento di ritornare e di rivedere i miei amici dopo così tanto tempo. In questo periodo mi mancano molto i parenti e i loro abbracci, desidero tanto andare nelle loro case e passare con loro il Natale che, secondo me, quest’anno non cambia molto, a parte per il fatto che non lo possiamo festeggiare tutti insieme”.

 

  • Riccardo: “Il coronavirus è una malattia che ti fa stare molto male, è simile a un’influenza, ma più grave. Durante la quarantena, mi sono stancato e annoiato tanto, per fortuna c’erano le lezioni online, e anche se non mi ci trovavo molto bene, sentivo le voci delle maestre e dei miei amici che mi mancavano. Un’altra cosa che in questo periodo mi manca è la libertà di uscire, di giocare con gli altri bambini al parco, dell’andare a fare la spesa; vorrei tornare a stare senza mascherina e andare a trovare i miei zii e mia cugina. In questo periodo ho imparato una poesia, a temperare le matite, a leggere e a scrivere le lettere dell’alfabeto. A scuola ora le lezioni si svolgono bene, però siamo tutti lontani, perché stiamo al banco senza compagno; poi tengo la mascherina tutto il giorno; durante la ricreazione mangio seduto e con gli altri gioco poco, perché non ci possiamo muovere granché, o comunque bisogna mantenere una certa distanza. Quest’anno, secondo me, il Natale è diverso dagli altri, perché, a causa del covid, non lo posso festeggiare per bene, cioè c’è meno libertà: non posso stare con i miei parenti, tutti insieme e abbracciarli”.

Un grazie speciale ai bambini per il loro contributo nell’intervista, ma anche nella società, perché sono stati gli unici a rispettare le regole al 100%.

Giorgia Irimia

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