22 Novembre, 2024
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Crotone, Vibo Valentia e Napoli le province più esposte alle mafie

Eurispes: nella top ten figurano tre calabresi, tre campane, due pugliesi, una siciliana e una ligure. Le meno a rischio si trovano in Lombardia e Friuli

Prima Crotone (108.62), seconda Vibo Valentia (107.29), terza Napoli (106.89). E’ la poca lusinghiera classifica delle province italiane con il più alto indice di permeabilità alla criminalità organizzata (Ipco) calcolato dall’Eurispes nel quadro del Protocollo di intesa siglato con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.

L’indice, elaborato sulla base di 19 indicatori compositi, misura “vulnerabilità” e “appetibilità” dei territori: nella ‘top ten’ figurano tre province calabresi (Reggio Calabria è quarta), tre campane (oltre a Napoli, Caserta quinta e Benevento decima), due pugliesi (Foggia settima e Barletta-Andria-Trani nona), una siciliana (Caltanissetta sesta) e una ligure (Imperia, ottava, prima e unica del Nord).

In “fascia “alta” sono inserite 15 province (di cui 14 del Mezzogiorno), in fascia “medio alta” ne figurano 70 (con Palermo 21esima, Bari 34esima, Roma 36esima, Genova 41esima, Milano 48esima, Torino 51esima, Bologna 78esima e Venezia 80esima), in fascia “medio bassa” 21 (tra cui Firenze 89esima).

Le province meno esposte alle mafie si trovano in Lombardia e Friuli-Venezia Giulia (Monza e Brianza, Como, Udine, Pordenone e Lecco) mentre su base regionale la Calabria con un Ipco pari a 112.91 precede Campania (109.16), Sicilia (107.82), Puglia (106.78), Molise (106.29), Liguria (105.32), Basilicata (105.17), Sardegna (103.77), Lazio (102.31) e Abruzzo (101.17).

Evidente la polarizzazione geografica della permeabilità tra Nord e Sud del Paese. I valori più alti dell’indice sono misurati per le province del Mezzogiorno, mentre nel Nord-Est si trovano i valori più bassi. I valori sono localmente concentrati, ossia province confinanti tendono ad avere valori simili, ma al contempo il fenomeno è presente su tutto il territorio nazionale: non esistono, di fatto, zone di non permeabilità mentre le aree più esposte coincidono sostanzialmente con quelle dell’arretratezza economica e sociale.

L’analisi dinamica (nel tempo) dell’indice mette in luce invece, sempre secondo i ricercatori dell’Eurispes, “una generale crescita della resistenza alla criminalità organizzata: non si registrano province con un livello alto che hanno visto il loro livello diminuire mentre quelle con un livello basso sono anche quelle che sono diminuite di più in proporzione”: Fanno eccezione la provincia di Roma, il cui livello di permeabilità è cresciuto di 3,28 punti, salendo in graduatoria di 44 posizioni; la provincia di Milano, il cui livello e’ cresciuto del 2,57, in ascesa di 39 posizioni, la crescita più elevata.

Altre province che mostrano valori in crescita sono Chieti (+2,08) e due province siciliane, Siracusa e Messina, che non solo hanno valori in crescita ma anche alti. Una situazione delicata per la regione, poiché anche Palermo e Agrigento hanno visto aumentare la propria permeabilità. Tra le province più virtuose, che hanno visto diminuire il valore dell’Ipco, Bolzano e’ la migliore (-8,38, al 71esimo posto), davanti a Matera (18esima in graduatoria, -4,86), Terni (30esima, -4,74) e Lodi (92esima, -4,70). In linea generale, “la permeabilità del Sud appare principalmente dovuta alla vulnerabilità sociale”, quella del Nord “e’ legata principalmente alle possibilità speculative e di profitto”.

(Agi)

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