Il Presidente dell’Emilia Romagna: “La terza ondata è inevitabile, bisogna tentare di arginarla”. Sulle nuove misure: “Pronti al confronto col Governo”
Bologna, 15 dicembre 2020 – “Nelle prossime ore, come Regioni, discuteremo con il Governo, per capire come arginare il rischio di una terza ondata e, chi ne capisce più di noi, dal punto di vista scientifico, dice che sarà inevitabile“: Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni prepara gli emiliano-romagnoli a nuove possibili restrizioni in vista delle festività di Natale e Capodanno, parlando a margine della presentazione in videoconferenza del nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima.
Un lockdown totale come quello di primavera, però, mette in chiaro, non è pensabile: “non possiamo richiudere tutto e tutti, a partire dal fatto che la scuola ha bisogno di ripartire all’inizio dell’anno – sottolinea -, dobbiamo capire, intanto, l’intendimento del Governo dopo le discussioni di queste ore, e poi vediamo se c’è una disponibilità delle Regioni a valutare insieme quali ulteriori restrizioni potrebbero, da qui all’inizio di gennaio, aiutare a non far rialzare i contagi che stavano e stanno scendendo”.
“Il tema – spiega ancora Bonaccini – non sarà l’inevitabilità o meno, ma la forza di questa terza ondata, se sarà troppo robusta o se, come ci auguriamo, lieve. Per fare questo, si studiano quotidianamente le curve di contagio. Una regione come l’Emilia-Romagna è scesa, in un mese, da un indice Rt di 1,64 a 0,81 ma certamente, complessivamente, la curva di contagio è scesa, in Italia, in maniera meno robusta di quello che si poteva prefigurare. Peraltro, non c’è mai stato un lockdown totale come a marzo-aprile”.
Bonaccini non vuole sbilanciarsi oltre. “Ogni cosa che dicessi in questo momento – fa notare – sarebbe prematura perché il confronto ci sarà tra domani e dopo domani. Dobbiamo fare le cose per bene, anche alla luce di quello che stanno facendo anche altri Paesi europei, dove la situazione non è identica ma, alla luce della situazione territoriale, valutare come si possa arginare il rischio di una nuova impennata”.
Lo dico, precisa il governatore, “anche a tutela, in particolare, dei professionisti della sanità che, da febbraio scorso, lo si ricorda sempre troppo poco, sono impegnati in una sfida che non gli fa più distinguere la notte dal giorno. Anche per rispetto di quello straordinario lavoro in cui stanno mettendo a rischio le loro vite per salvare le nostre”.
“Vediamo se sarà necessario o se si valuterà necessario, da parte del governo, guardando le stime e il lavoro che sta facendo il Comitato tecnico-scientifico – conclude Bonaccini -, e vediamo che confronto ci può essere con le Regioni. Lo faremo nelle prossime ore“.
(Il Resto del Carlino)