In Nuova Zelanda nella notte tra mercoledì e giovedì al via i primi test in attesa che dal 15 gennaio prenda corpo il torneo degli sfidanti.
Qui quasi inverno e laggiù primavera, noi nel mezzo della seconda ondata della pandemia e loro Paese Covid-free grazie alla politica del primo ministro Jacinda Ardern. Nel mondo capovolto, in Nuova Zelanda, a dodici ore e 19 mila chilometri di distanza dall’Italia, stanotte succede ciò che gli appassionati di vela aspettano da mesi: le barche che si contenderanno la 36esima Coppa America (6-21 marzo), i nuovi velocissimi Ac75, tutti in acqua a Auckland, l’uno contro l’altro. Finalmente.
Si chiamano World Series e Christmas Race, durano quattro giorni: i defender di Team New Zealand e gli sfidanti di Luna Rossa (Italia), Ineos (Gbr) e American Magic (Usa) per la prima volta a confronto in regate vere. Oddio, vere. Ancora non ci sono punti in palio e le ultime evoluzioni di foil e appendici verranno tenute come asso nella manica per la Prada Cup, la selezione degli sfidanti (15 gennaio-22 febbraio); però, come nei test di inizio stagione della F1, qualcosa sui monoscafi volanti si comincerà a capire e chi è lento adesso, difficilmente sarà un razzo a metà gennaio. «Abbiamo voglia di confrontarci — racconta da Auckland Francesco Bruni, timoniere insieme a Jimmy Spithill nel rivoluzionario attacco a due punte che il team Prada Pirelli ha provato a Cagliari —. L’evoluzione di queste barche è pazzesca: ogni giorno di navigazione impari qualcosa e vai più forte». Si gareggia con i secondi scafi, varati in Nuova Zelanda: «La nostra ricerca aerodinamica è stata d’ispirazione — spiega Bruni —, con barca due tutti si sono avvicinati ai nostri concetti. L’impressione, tra noi sfidanti, è che siamo tutti e tre veloci, senza un netto dominatore».
I rapporti tra Luna Rossa e i kiwi, un tempo alleati, si sono guastati. Ormai si litiga su tutto: campo di regata, format, persino sui giornalisti da accreditare. La Coppa America 2021 doveva essere il primo evento internazionale dopo la pandemia e invece ci si ritrova a sguazzare dentro: confini dell’isola blindati, zero turismo dall’estero, tifosi solo locali. È un mondo difficile anche per chi corre a 90 km all’ora sull’acqua. «Spero che gli italiani ci seguano — è l’augurio di Bruni —, Luna Rossa è la nazionale della vela: qui non può venire nessuno però il calore dall’Italia lo sentiamo». Serviranno levatacce, thermos di caffè, occhi da gufi. La missione è (im)possibile: portare la vecchia brocca in Italia per la prima volta in 170 anni.
(Fonte: “Corriere Della Sera”)