18 Luglio, 2024
spot_imgspot_img

Come sono stati liberati i pescatori di Mazara del Vallo, riscatto o diplomazia?

Non un blitz, la liberazione dei pescatori detenuti per 108 giorni in Libia, quanto più il capitolo finale di una lunga trattativa, a livello internazionale:

un intreccio di incontri e colloqui tra RomaParigiIl CairoAbu DhabiTripoli e Bengasi. Stamattina il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del ministro degli Esteri Luigi Di Maio sono volati a Bengasi per la liberazione. Una boccata d’aria per un governo alle prese con una verifica al cardiopalma, sotto Natale, ma sul piano internazionale un fallimento per un esecutivo costretto alla trattativa per i pescatori, detenuti dal primo settembre, che non avevano fatto nulla di illegale. Trattativa che a quanto emerge ha coinvolto Khalifa Haftar, lo stesso generale della Cirenaica accolto a Roma quasi come un capo di Stato. I pescherecci sono partiti questo pomeriggio dal porto di Bengasi. Dovrebbero arrivare in Italia sabato notte, al massimo domenica mattina all’alba, e saranno sottoposti a tampone per il coronavirus.

LA STORIA

I due pescherecci Medinea e Antartide erano stati fermati della autorità che rispondono al maresciallo Khalifa Haftar – generale della Cirenaica, ex ras di Muhammar Gheddafi, che da anni cerca di prendere il potere in Libia con azioni militari e con l’appoggio di potenze straniere – a circa 40 miglia nautiche dalla costa. Questo nonostante le acque territoriali si estendano per 12 miglia nautiche. L’ipotesi tra le più accreditate era lo scambio dei pescatori, da parte di Haftar, con quattro scafisti libici condannati a 30 anni di carcere in Italia. Prima Pagina Mazara ha invece scritto che il sequestro era probabilmente collegato a un accordo di pesca svanito l’anno scorso. La ricostruzione, riportata dall’AdnKronos, dei colloqui che hanno portato alla liberazione dei 18 pescatori procede in diverse direzioni.

Primo:

l’ambasciatore italiano in Libia, Giuseppe Buccino, ha incontrato recentemente il ministro della Difesa del governo Serraj, Salah Al-Din Al-Namroush, per parlare, come riportato da Libya Observer, di cooperazione militare e della crisi nel Paese. Lo stesso Al-Namroush, in un’intervista a Il Giornale, aveva consigliato il governo di rivolgersi alla Francia per ottenere una mediazione attraverso il titolare degli Esteri Jean-Yves Le Drian, in buoni rapporti con Haftar.

Secondo:

solo due giorni fa, il premier Fayez Al Serraj – leader di Tripoli e nemico di Haftar, premier riconosciuto dalle Nazioni Unite, che a settembre aveva annunciato le dimissioni – è stato in visita privata a Roma. Nessun contatto con autorità italiane, a quanto apprende l’Adnkronos, bensì con rappresentanti di alcuni Paesi della regione coinvolti nella crisi libica.

Terzo:

in Francia un altro colloquio che avrebbe fatto la differenza: quando il Presidente Emmanuel Macron ha ricevuto l’omologo egiziano Abdel Fattah Al-Sisi – incontro che ha suscitato molte critiche per la consegna della Legion d’Onore che ha indignato l’Italia, ancora alle prese con il caso del delitto di Giulio Regeni, il ricercatore friulano torturato e ucciso nel gennaio 2016 a Il Cairo. Il vertice verte anche sulla crisi libica

Quarto:

ieri, l’incontro più significativo, probabilmente. Al Cairo un colloquio tra Al Sisi, il principe ereditario di Abu Dhabi e vice comandante supremo delle forze armate, Mohammed Bin Zayed Al Nahyan. I due Paesi sono con la Russia maggiori sponsor e sostenitori di Haftar. L’ambasciatore americano, Richard Norland, era intanto a Misurata per colloqui con il vice premier Ahmed Maiteeg e il ministro degli Interni Fathi Bashagha. Faccia a faccia per “sostenere il processo a guida Onu” e il processo per arrivare alle elezioni nel dicembre 2021. “Uno degli obiettivi della mia visita era vedere come gli Stati Uniti possano contribuire a mantenere lo slancio positivo nella giusta direzione tutti i libici a lavorare insieme, trovare compromessi adeguati e sostenere la strada verso le elezioni e verso una Libia unita e stabile”. Non si fa alcun cenno a un eventuale riscatto pagato per i pescatori.

HAFTAR E AL-SISI

Il generale Khalifa Haftar ha incontrato Cote e Di Maio stamattina. Il generale ha elogiato il ruolo del dell’Italia nella crisi libica, come reso noto dal Comando generale delle Forze armate arabe libiche in un post pubblicato su Facebook. Haftar ha ottenuto “il riconoscimento politico che cercava dopo aver perso l’offensiva militare a Tripoli” con la visita e il colloquio con Conte e Di Maio, mentre il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi potrebbe ottenere un allentamento delle pressioni sul caso Regeni. Questo il commento di Ashrah Shah, ad Adn-Kronos, ex consigliere dell’Alto consiglio di Stato libico e vicino al governo di Fayez al Serraj, sul caso dei pescatori

(Il Riformista)

Ultimi articoli