Tensione altissima in aula per le nuove norme che mandano in archivio quelle di Salvini sull’immigrazione.
L’accusa dei dem: assalto dei leghisti al ministro D’Incà, “gli hanno tolto il microfono di mano e impedito di parlare”.
Il Carroccio da solo ha presentato oltre 13 mila emendamenti per bloccare l’iter di approvazione
ROMA – Il ministro D’Incà annuncia che sul decreto sicurezza, che manda in archivio le norme sull’immigrazione di Salvini, sarà posta la fiducia. Al Senato scoppia la bagarre. I leghisti lo assalgono togliendogli di mano il microfono, impedendogli di parlare. Il Pd parla di “un vile atto di squadrismo” tollerato dal presidente in quel momento di turno, Ignazio La Russa che alla fine sospende la seduta. Dario Parrini, il presidente dem della commissione Affari costituzionali, contrattacca: “Un vile atto di squadrismo parlamentare tollerato (chissà perché trattandosi di squadrismo, ma a ben pensarci si può anche immaginare il perché) dal presidente di turno Ignazio La Russa. Sdegno generale. Una cosa gravissima”.
La tensione è altissima. Entro stanotte, o al massimo domattina, il decreto sicurezza deve avere il suo via libera definitivo imprimendo una svolta alla politica italiana sull’immigrazione. La Lega ha detto che farà “l’inverosimile” pur di bloccarne l’approvazione definitiva. Sono stati presentati oltre 13 mila emendamenti, oltre a circa un centinaio da Forza Italia e 150 da Fratelli d’Italia.
Ma si è andati avanti tra sospensioni e proteste. Alla fine, dopo l’ennesima occupazione, la presidente Elisabetta Casellati ha convocato la conferenza dei capigruppi per stabilire le prossime tappe. Se l’ok del Senato non ci sarà entro la mezzanotte di sabato, il nuovo decreto decade. Si deve ricominciare tutto daccapo.
Durante la discussione in aula, la senatrice Valeria Valente, una delle relatrici di maggioranza del provvedimento, ha rivendicato la svolta che il decreto rappresenta: “È un punto qualificante per l’azione di questo governo, così come lo era nel 2019, quando questa coalizione è nata sulla convinzione che le norme di Salvini andavano modificate”. Ha aggiunto: “Un provvedimento costato fatica, con un percorso non facile, con un lavoro di tutti, anche se qualcuno si ostina a indicare una parte o un’altra, un successo per quella parte del paese che guarda con fiducia a una politica che vuole governare problemi grandi”.
Denuncia Valente: “I decreti Salvini creavano il contrario di quello che veniva dichiarato, con un esercito persone in carne e ossa emarginate e sbattute in zone pericolose, spinte a vivere in un limbo che è quello della precarietà. Norme che hanno portato il paese fuori dalle regole internazionali”.
Durissima la replica del leghista Pillon: “La richiesta della fiducia senza discussione è uno sfregio della democrazia”. Nel merito: “Con questo decreto i richiedenti asilo hanno diritto a tutto quello che era riservato a determinate situazioni di particolare gravità, chiunque venga invece oggi può restare. Torno a dire, avete studiato come funziona il fenomeno immigrazione? Io l’ho studiato ed è un fenomeno mostruoso. Fate venire quei poveri ragazzi dall’Africa che vengono costretti a prostituirsi e a spacciare droga per favorire qualche coop rossa! Noi a questo modello non ci stiamo e mi aspetto che dalla maggioranza arrivi una proposta seria”.
(La Repubblica)