Nel provvedimento ci dovrebbe essere anche la possibilità di allargare il cenone a due congiunti non conviventi. Il presidente delle Marche chiede coerenza e ristori “certi, immediati e totali” per le attività colpite dal provvedimento
Ancona, 17 dicembre 2020 – Sarà probabilmente domani il giorno del varo del nuovo Dpcm che regolerà gli spostamenti degli italiani a Natale. Domani alle 18, infatti, è in programma il consiglio dei ministri, preceduto da una riunione dei capidelegazione e lì dovrebbe essere affinato il decreto che è stato rivisto anche oggi durante un serrato confronto le Regioni e con Italia Viva.
Ma non tutti i governatori sono d’accordo sulla linea dura del governo che prevede di fatto l’estensione della zona rossa a tutta Italia con lockdown vero e proprio nelle giornate clou tra il 24 e il 27 dicembre e tra e tra il 31 e il 3 gennaio. Nel resto dei giorni, resteranno valide le restrizioni previste fino ad ora, compresi il coprifuoco e il divieto di spostamento fra regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio. Ma allo studio c’è anche una ‘concessione’ natalizia: la possibilià di allargare il pranzo e le cene natalizie a due congiunti non conviventi.
Dpcm Natale: ipotesi Italia zona rossa. Il calendario giorno per giorno
“E’ impensabile andare a fare ulteriori chiusure senza ristori certi, immediati e totali – tuona il governatore delle Marche, Francesco Acquaroli a Timeline, su Sky TG24 -. C’è un livello di esasperazione e di tenuta economica veramente messa a rischio. Ci sono attività che sono chiuse da mesi, che vivono nella disperazione. Nei confronti di queste categorie abbiamo il dovere di essere chiari, prendere una linea ed essere coerenti, altrimenti diventiamo incomprensibili e non più credibili”.
Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha di fatto anticipato la linea dura annunciando una nuova ordinanza regionale che vieta, in Vweneto, lo spostamento tra comuni dopo le 14. Ma Acquaroli chiede al governo maggiore coerenza: “Sono d’accordo – ha spiegato – col mettere in campo tutte le iniziative per ridurre la curva dei contagi, ma nel rispetto di una linearità. Da una parte c’è l’esigenza di abbattere la curva, di mettere in sicurezza le nostre comunità. – ha detto ancora – Dall’altra parte bisogna rendere credibili le istituzioni e renderle foriere di scelte condivise e comprensibili“. Acquaroli, eletto a settembre di quest’anno e deputato di Fratelli d’Italia, rincara: “Il 3 novembre siamo stati oggetto di un Dpcm che ha diviso l’Italia in zone gialle, arancioni e rosse e il Dpcm è stato confermato il 3 dicembre. Oggi, davanti alle festività natalizie, ci troviamo a discutere di un nuovo impatto ulteriore, che va a smentire quanto avevamo difeso nelle nostre Regioni, seppur magari non d’accordo. Siamo disponibili a trattare misure che vadano a limitare gli assembramenti, – ha concluso – ma andare a contraddire e stravolgere quanto detto finora mi sembra difficilmente comprensibile. Chiedo al Governo di condividere una linea e portarla avanti”.
“Non ero presente durante lo svolgimento del convegno, avevo fatto un introduzione ma poi mi ero dovuto allontanare per motivi di lavoro, ma quello che posso dire è che conosco Domenico Guzzini e non lo riconosco in quelle frasi. Lui poi ha chiesto anche scusa (e si è dimesso, ndr), se le ha dette se ne assume poi la responsabilità, per come lo conosco non l’ho riconosciuto in quelle frasi che, non c’è bisogno che lo dica, sono assolutamente incondivisibili”, è il commento di Acquaroli.
(Il Resto del Carlino)