Per Ottaviano Del Turco arriva l’auspicato gesto di umanità che il buon senso raccomandava. L’ex leader sindacale, già senatore e poi governatore dell’Abruzzo, colpito da una grave forma di leucemia, dal morbo di Parkinson e dall’alzheimer, è stato riammesso al beneficio della pensione da Palazzo Madama, che gliela aveva revocata in virtù di una condanna. Sollecitati anche dal Riformista, molti erano stati i parlamentari che hanno sollevato dubbi di legittimità sulla norma che, retroattivamente, applicava su di lui per la prima volta il procedimento di revoca dei trattamenti per i senatori condannati. Il caso specifico di Del Turco è particolarmente odioso: senza risparmiare accanimento la procedura decurtativa avrebbe complicato ulteriormente la possibilità di essere curato e assistito da parte dell’ex senatore, non più autosufficiente.
Così il Consiglio di Presidenza del Senato si è riunito per una seduta straordinaria dedicata al suo caso, con la volontà da parte della presidente Elisabetta Casellati di giungere a un accordo condiviso tra tutti i gruppi. Per l’avvocato Paniz e per Giandomenico Caiazza che assistono la famiglia Del Turco, si tratta del riconoscimento da parte del Senato della illegittima applicazione di una misura retroattiva; per i Questori e gli altri membri del Consiglio di presidenza della necessità di rispondere a una esigenza umanitaria, prima che di dare un’interpretazione normativa. Il compromesso è stato raggiunto scongiurando, come nei desiderata della presidente Casellati, il voto nominale. E l’accordo tra i 19 membri si è raggiunto riattivando con effetto immediato il percepimento del vitalizio, per aggiornare la seduta alla prossima occasione utile, verosimilmente a metà gennaio, per riconvocare gli uffici ed esaminare meglio le carte.
«La delibera del 24/11 che aveva privato il Senatore Del Turco del suo vitalizio è sospesa temporaneamente. La temporaneità della sospensione è stata decisa per acquisire documentazione non disponibile per l’urgenza della trattazione». La famiglia deve cioè produrre le cartelle cliniche che comprovano lo stato di salute dell’interessato, per poter procedere alla cancellazione definitiva della revoca. «La sospensione è fino a quando torneremo ad incontrarci per valutare in maniera definitiva, alla luce dei documenti. Possiamo dirci ottimisti» dice la senatrice Nadia Ginetti, di Italia Viva. «Come gruppo abbiamo chiesto subito alla Presidente Casellati di risolvere il caso, ma siamo andati anche oltre. Abbiamo chiesto di introdurre formalmente delle deroghe a quella delibera del 2015 per intervenire in maniera analoga qualora si dovessero ripresentare in futuro situazioni di questo tipo».
In serata il figlio di Ottaviano, il giornalista Guido Del Turco, non nasconde la soddisfazione, anche morale, per questa revoca della revoca.
«Voglio ringraziare la Presidente Casellati per aver rivisto una decisione presa in un momento in cui non si era a conoscenza delle reali condizioni di mio padre. La mia famiglia ha sempre vissuto con dolore e pudore il male figlio di un calvario giudiziario atroce. Per chi ha letto le carte, appare una ingiustizia clamorosa. Ringrazio l’impegno del Riformista, dalle cui colonne è partita una battaglia per un primo e non definitivo risultato. Il Riformista ha alzato la palla, tanti altri poi si sono uniti: le forze politiche, numerose. Ma in particolare due comunità che mi sento di ringraziare: Forza Italia e i socialisti, tutti, che nel nome di mio padre hanno ritrovato una loro unità».
(Il Riformista)