25 Novembre, 2024
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Roma “assedia il Parlamento” per una legge di bilancio più equa, 18 Dicembre

Venerdì pomeriggio un percorso di mobilitazione per chiedere una gestione più equa delle risorse e dei finanziamenti, che prevede un primo appunto al Miur e un secondo in cui si proverà ad “assediare il Parlamento” mentre sarà in corso il voto per la Legge di Bilancio

La pandemia ha cambiato le vite di tante e tanti, ma non le priorità del governo. Venerdì 18 dicembre, infatti, si discuterà alla Camera una Legge di Bilancio che pare confermare le usuali logiche di redistribuzione delle risorse e delle finanze: nel periodo 2021-2023 sono previsti nuovi tagli alla sanità, sgravi e incentivi fiscali alle imprese, nonché un aumento delle spese militari. Quasi nessun investimento strutturale sul welfare.

È per questo che la rete di movimenti sociali “Roma in piazza” ha organizzato nel corso della giornata di dopodomani alcuni appuntamenti di contestazione nella capitale. Alle ore 16 davanti alla sede del Ministero dell’Istruzione (Miur) avrà luogo un primo presidio, lanciato dalle reti studentesche ma esteso a tutta la cittadinanza. In seguito, alle 17.30 ci sarà un concentramento nei pressi del Pantheon per raggiungere insieme Piazza Montecitorio.

 

«Vogliamo allora portare le nostre voci sotto Montecitorio, proprio durante il voto – si legge nel comunicato dedicato all’iniziativa di protesta – per dire che servono urgentemente investimenti strutturali sul welfare: sanità, trasporti, istruzione, casa, reddito. Sono questi gli unici terreni strategici dove andrebbero dirottate le risorse».

 

Al contrario, fra i 900 emendamenti che saranno sottoposti al voto, ci sono per esempio tante proposte riguardanti le crisi aziendali, per le quali sono previste numerose misure di agevolazione.

«Il governo ha gestito l’emergenza sanitaria ed economica soltanto negli interessi delle grandi e piccole imprese – prosegue il comunicato – facendosi garante dei loro profitti, sia attraverso il sostegno economico diretto sia attraverso la repressione delle lotte dentro e fuori ai luoghi di lavoro. Allo stesso tempo non c’è stata alcuna volontà reale di garantire la sicurezza e la continuità di reddito dei milioni di lavoratori in cassa integrazione o semplicemente costretti a dover scegliere tra andare a lavoro nonostante il rischio contagio, oppure morire di fame e di disoccupazione».

 

Il percorso di mobilitazione di venerdì si inserisce in un più ampio quadro di proteste e contestazioni che hanno avuto luogo nel corso delle ultime settimane sia a Roma che in altre città d’Italia.

 

Chi è sceso in piazza ha provato a coniugare la pretesa di misure maggiormente restrittive a tutela della salute di tutti con la richiesta di un sostegno al reddito: problematiche alle quali il Governo ha provato a rispondere con i vari “decreti ristoro”.

Ma il senso di questo nuovo appuntamento è invece quello di rivendicare una differente logica di impiego delle risorse, una diversa scala di priorità. Le due piazze, che confluiranno insieme per “assediare il parlamento” chiedono che venga ribalto quel “modello privatistico-aziendale” – per come viene sempre chiamato nel comunicato – che ha portato anche durante la prima ondata pandemica a proteggere più gli interessi delle grande aziende che quelli dei lavoratori e delle lavoratrici a rischio.

 

In questo senso, grande attenzione è posta sulla cosiddetta “patrimoniale”: una misura che è stata “timidamente” inserita all’ordine del giorno delle discussioni parlamentari, ma che fin da subito ha sollevato critiche accese da parte di numerose forze politiche e dai vari blocchi di potere economico-produttivo.

 

Perciò, il percorso di mobilitazione “Assediamo il parlamento” intende mettere pressione in tal senso, per fare in modo cioè che «la ricchezza prodotta da chi lavora sia usata per garantire una società più equa». ”

Da Roma è anche partito un appello affinché la mobilitazione sui temi della legge Bilancio e sul nodo delle risorse sia ripresa anche in altre città.

(Dinamopress)

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