6 tesi sul welfare, per combattere e decidere sulle risorse del Recovery Fund, per conquistare un’altra vita. Il volantone a cura del #mondocheverrà
Mentre rumoreggiano rimpasti di governo e il governo cambia idea ogni settimana sulle misure restrittive, una cosa è certa: quel che ci è dato sapere sui progetti italici per il Recovery Fund non ci piace. Il problema è senz’altro la democrazia, ma la democrazia non è il Parlamento. Chi deciderà sui 209 miliardi che raggiungeranno l’Italia a partire dall’estate del 2021?
Con la pandemia che non si ferma, e la terza ondata dietro l’angolo, i nodi vengono al pettine: come ricostruire il paese senza welfare universale e sostegno al reddito?
Come spendere davvero le risorse europee con una Pubblica Amministrazione che cade in pezzi? E addirittura pure in Italia si discute di patrimoniale, ovviamente barbare le reazioni padronali.
Appunto, le reazioni padronali e dei media mainstream quasi tutti aiutano a chiarire: senza una rottura costituente, l’aria non cambia. Quanto avvenuto nelle scorse settimane, da Napoli a Milano, da Bologna a Roma, le mobilitazioni che hanno chiesto con forza salute e reddito, tutto ciò è stato un primo segnale importante.
Niente più di un’anticipazione, sia chiaro, ma senz’altro è emerso il desiderio di mescolare le lotte, di praticare la convergenza.
Solo attraversando le tensioni che la «catastrofe occupazionale» porterà con sé, solo insistendo per una democratica riappropriazione delle istituzioni del Welfare State, un programma politico d’alternativa potrà conquistare concretezza. Nella consapevolezza che la centralità, economica quanto politica, della riproduzione sociale ha fatto saltare in aria i confini tra salario diretto e quello indiretto, tra salario e reddito.
#ilmondocheverrà è stato, fin dallo scorso aprile, uno spazio di convergenza che ha scommesso sul cambiamento radicale, sull’affermazione di un rinnovato campo anticapitalista. Perché servono lotte, indubbiamente, ma anche nuovi esperimenti organizzativi. Troppo spesso, infatti, lotte anche robuste non sono riuscite a parlarsi; troppo spesso, le consuetudini di “movimento” respingono una domanda di partecipazione di nuova specie.
Come parte di un processo che pretende tempi non brevi, torniamo a dare il nostro contributo con un volantone, nel quale avanziamo 6 tesi sul welfare.
Per combattere e decidere sulle risorse di NextGenerationEU, per costruire, dal basso, un’Europa ostile e alternativa a quella neoliberale fin qui conosciuta. Da oggi sul manifesto, da domani su DINAMOpress e EuroNomade, il volantone – con la grafica e l’impaginazione di Vittorio Giannitelli, che ringraziamo – sarà diffuso anche dal vivo, nelle prossime mobilitazioni. Il 21 gennaio alle ore 18, nuova assemblea nazionale telematica.
Il “Volantone”, clicca qui
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(DinamoPress)