Salvini, Meloni, Berlusconi: tre diverse posizioni dei leader sull’ipotesi di un governo ponte che traghetti il Paese alle urne
Il centrodestra si presenta diviso davanti a un eventuale scenario ‘post Conte’. La fotografia, già accennata nel corso della presentazione del libro di Bruno Vespa, è emersa in modo netto oggi. Dopo aver aperto la discussione dicendosi favorevole a un governo ponte che traghetti il Paese verso il voto, suscitando lo “stupore” dell’alleata Giorgia Meloni, Matteo Salvini ha corretto il tiro nei giorni scorsi dicendosi favorevole a un esecutivo di tale natura ma purchè sia di ispirazione di centrodestra, coalizione che è maggioranza nel Paese e potrebbe esserlo in Parlamento. Favorevole al voto anticipato, in caso di crisi del Conte II, è, invece, la presidente dei Fratelli d’Italia. Mentre Silvio Berlusconi dice di non vedere le “condizioni” per la formazione di un governo di unità nazionale e conferma la disponibilità di FI a collaborare con il governo in carica, pur non sostenendolo.
Le tre diverse posizioni dei leader di Lega, FdI e FI si sono affinate a mano mano che i giorni passavano e le fibrillazioni interne alla maggioranza Pd-M5s-Iv e Leu aumentavano, distanziandosi ancora di più.
“Spero che il litigio tra Conte e Renzi finisca il prima possibile, spero che questo governo tolga il disturbo il prima possibile”, afferma oggi il leader leghista. “La via maestra sono le elezioni – premette -. Se così non fosse, penso che il centrodestra dovrebbe prendersi la responsabilità di prendere per mano questo Paese con alcune riforme serie sull’economia, sulla salute, sulla scuola, libertà di educazione e accompagnarlo fuori da questo tunnel. La stragrande maggioranza degli italiani sta pensando ‘Togliete questi ministri e fate qualcosa di meglio’. Noi siamo pronti già da domani”. “Io non mi arrendo alla paura”, assicura. “Non avete idea di quanti parlamentari della maggioranza ogni giorno vengano a lamentarsi con noi degli errori e dell’indecisione di questo governo. Sono decine”, aggiunge; in ogni modo al centrodestra mancano circa una settantina di parlamentari per arrivare alla maggioranza assoluta nelle due Camere.
“Parliamo di quello che e’ oggi: salute, lavoro, famiglie e Natale. Ipotesi tecniche non mi interessano”, risponde poi Salvini a chi gli chiede se sia interessato a un esecutivo di unità nazionale a guida Draghi. “Se poi lei mi dice facciamo un governo con Gesù bambino al posto di Conte, sì. Sarebbe molto più salutare per gli italiani. Ma le vie sono due per quel che mi riguarda: o le elezioni, come faranno altri Paesi europei, oppure un governo a guida centrodestra”.
“Stavolta bisogna riconoscere a Salvini una certa linearità”, gli riconosce, a sorpresa, Gianfranco Rotondi presidente della fondazione Dc e vicepresidente del gruppo di FI alla Camera. “Non dice balle quando racconta che un governo di centrodestra avrebbe i numeri. Risulta anche a me, con tanto di nomi e cognomi, come sappiamo fare noi democristiani. Difficilmente pero’ questo governo riuscirebbe a formarsi. Stavolta la ‘moral suasion’ del Quirinale sarebbe indirizzata a elezioni immediate e rapide. Questa legislatura ha dato quello che poteva, forse onestamente anche troppo”.
Ma Meloni ‘spegne’ ogni entusiasmo del leghista. “Vediamo che succede, ma a me pare tutto lunare. Se cade il governo meglio, aspettiamo di vedere se cade.
Sono disarmata dal fatto che ci sia gente che mentre abbiamo milioni di italiani in ginocchio stanno a fare le riunioni su rimpasto, servizi segreti, partecipate, etc. Si perde la calma”, sostiene. Un governo di centrodestra con l’attuale Parlamento “è un po’ difficile che si realizzi, non so quanto fare un altro governo che poi si tiene un’altra volta con un voto di scarto” sia utile.
“Alla presentazione del libro di Vespa, ho solo detto che sarà il Capo dello Stato, nella sua saggezza e con lo scrupolo costituzionale che lo caratterizza, a decidere se vi siano le condizioni per mandare gli italiani alle urne o per dare vita in Parlamento ad un governo di segno diverso”, chiarisce, dal canto suo, Silvio Berlusconi. “Non credo nei governi tecnici e non vedo un nuovo governo all’orizzonte”, aggiunge. “Forza Italia per il bene del Paese è a disposizione per lavorare con il governo che c’è, anche se questo governo non ci piace”. “Il centro-destra è una coalizione, nella quale noi rappresentiamo le idee liberali, cristiane, europeiste, garantiste – tiene a precisare -. Non siamo un partito unico proprio perchè siamo diversi, per cultura, riferimenti internazionali e anche per stile”. “Noi per esempio non avremmo mai dato vita a comportamenti come quelli accaduti venerdì in Senato – aggiunge, bacchettando gli alleati -: comprendo e condivido l’amarezza dei nostri amici della Lega per la cancellazione del Decreto Sicurezza, ma il rispetto per le istituzioni non deve mai venire meno”.
(Agi)