I nuovi contagi sono 3.357, aumentano le terapie intensive. Domenica 27 dicembre le prime somministrazioni del siero agli operatori sanitari: il 90% ha aderito
Venezia, 23 dicembre 2020 – Al quotidiano punto della situazione sulla pandemia da Covid-19 del presidente del Veneto, Luca Zaia, ha partecipato oggi Giorgio Palù, presidente dell’Aifa (agenzia italiana del farmaco, n.d.r.). Insieme alla dottoressa Francesca Russo, direttrice del servizio sanità e prevenzione della Regione, ha spiegato il piano per la campagna del vaccino appena approvato. Continuano a crescere i contagi da coronavirus in Veneto: oggi sono 225.945 (+3.357 nelle ultime 24 ore, ieri +3.082). Continuano a salire gli attualmente positivi, che toccano quota 103.326 (+748). Aumenta il numero di deceduti: sono 5.747 (+116 nelle ultime 24 ore, ieri +150). Tornano a calare i ricoverati negli ospedali: sono 3269 (-17), 2.888 sono in area non critica (-19), 381 in terapia intensiva (+2). “Non bisogna fare infodemia – afferma Giorgio Palù, presidente dell’Aifa -, occorre dare certezze e non creare allarmi. Dobbiamo ai vaccini l’aumento dell’aspettativa di vita. La vita media è passata da 55 a 80 anni. Abbiamo addomesticato i virus, oggi abbiamo la virologia genetica. Mai nella storia era stato trovato un vaccino in dieci mesi, ma non sono state saltate le fasi. Anche con l’ebola ci abbiamo messo solo due anni. I tempi sono stati abbassati perché dopo 40mila soggetti si sono verificati i risultati. I primi dati di Moderna ci dicono che prevengono anche l’infezione, non solo la malattia. Lo stesso vale per i vaccini di Pfizer. La mortalità è destinata ad abbassarsi: è accaduto in tutti i virus, al momento quella del coronavirus è fra lo 0,25 e il 0,5%. Capiremo ad aprile il nostro destino. Questo virus ha colpito molto perché tutte le popolazioni erano scoperte. Se uno ha già avuto la malattia, non avrà priorità per il vaccino, ma farlo non gli farà male”.
Vaccino Covid in Veneto: il piano
“Domenica – spiega la dottoressa Francesca Russo, direttrice del servizio sanità e prevenzione della Regione – arriveranno 875 dosi per il Veneto e abbiamo individuato gli operatori: la prima parte della campagna è destinata agli operatori sanitari indipendentemente dal loro inquadramento professionale, con priorità a quelli in prima linea contro il covid. Il 90% del personale delle strutture ospedaliere e delle rsa del Veneto si è dichiarato disponibile a vaccinarsi in Veneto.
Poi ci saranno gli anziani delle case di riposo e i pazienti fragili. Poi il resto della popolazione a partire dai più anziani. La vaccinazione sarà su chiamata.
Le date dipendono dalle indicazioni del Ministero. Ci sarà un medico per ogni cinque unità vaccinali, formate da un operatore che vaccina e uno che raccoglie il consenso. Ci sarà un triage all’ingresso, si rimarrà 15 minuti dopo la vaccinazione in un altro ambiente. In due turni da 7 ore si possono vaccinare quasi 3mila persone. La seconda dose si fa dopo 21 giorni. L’indicazione è di vaccinare sopra i 16 anni”.
Le fasi della vaccinazione
Nella prima fase, che prevede la vaccinazione di personale ospedaliero e territoriale del servizio sanitario e socio-sanitario regionale, oltre a ospiti e operatori delle strutture sociosanitarie territoriali, per un totale di 184.893 soggetti, la vaccinazione avverrà direttamente nei punti di ospedalieri e territoriali e nelle strutture residenziali per i loro utenti.
La seconda fase prevede invece l’estensione a specifiche categorie di popolazione, come i lavoratori dei servizi essenziali, e alla popolazione generale secondo il criterio anagrafico e di rischio specifico. La vaccinazione avverrà nei centri ad hoc, strutture come palazzetti dello sport, palestre, auditorium, individuati dalle Ulss.
I cittadini saranno convocati con un invito in base alla coorte di appartenenza, posto che vaccinarsi non sarà obbligatorio, ognuno potrà poi decidere se presentarsi o meno. L’appuntamento per la somministrazione della seconda dose, che deve avvenire nel giro di 21 giorni, sarà fissato al momento del vaccino. Una volta completata la seconda fase, che prevede la vaccinazione della popolazione dai 60 anni in su e quella con patologie pregresse (circa 1,1 milioni di persone), si procederà con la terza, che riguarda tutti i cittadini, procedendo sempre per coorti e livello di rischio.
I centri di vaccinazione prevedono la presenza di un medico specialista in igiene e sanità pubblica, che sarà responsabile del centro; un assistente sanitario esperto vaccinatore che svolge funzioni organizzative e di coordinamento del personale vaccinatore; operatori sanitari vaccinatori che, sotto il coordinamento di un medico vaccinatore responsabile, garantiscono la raccolta dell’anamnesi pre-vaccinale, la preparazione (ricostituzione) delle dosi, la somministrazione del vaccino e la registrazione del dato negli applicativi regionali, le informazioni sulla gestione degli eventuali effetti collaterali; eventuale personale di supporto.
Ogni centro vaccinale dovrebbe rendere operative 10 unità vaccinali per 14 ore al giorno, con due turni da sei ore l’uno più due ore per la preparazione, coinvolgendo complessivamente 68 operatori e arrivando ad effettuare 2.880 vaccini al giorno. “Mi auguro per entro aprile possano essere vaccinati tutti i soggetti a rischio”, afferma Francesca Russo, mentre il presidente della Regione, Luca Zaia interviene per ricordare che “il piano Arcuri” prevede che le tre fasi procedano nei “tre trimestri, con l’ultima dose iniettata a fine settembre”. Ma ora “stanno accelerando tutti i tempi, un mese fa sembrava che ci fossero le dosi contate, adesso ci stanno avvisando che già dal 27-28 ne arriveranno, e più ne arriveranno meglio è”.
(Il Resto del Carlino)