Il ministro degli Esteri: “Nell’ultimo anno lo abbiamo visto nove volte. Ma da tre mesi le nostre relazioni erano interrotte.
Per liberare i pescatori ci aveva chiesto il rilascio di quattro scafisti, richiesta impossibile da esaudire”
“Noi con Haftar abbiamo sempre parlato, nell’ultimo anno lo abbiamo visto nove volte. Ma da tre mesi le nostre relazioni erano interrotte. Per liberare i pescatori ci aveva chiesto il rilascio di quattro scafisti, richiesta impossibile da esaudire. In cambio della liberazione dei nostri cittadini abbiamo riallacciato i rapporti con lui”: lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in un’intervista a Il Fatto Quotidiano in cui ha spiegato così la missione a Bengasi insieme al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel giorno in cui sono stati liberati i pescatori di Mazara del Vallo.
Quanto al caso dello studente egiziano Patrick Zaki in carcere in Egitto, il titolare della Farnesina ha ricordato che il 25 gennaio, nell’anniversario della scomparsa di Giulio Regeni, “ci sarà un Consiglio degli affari europei” in cui l’Italia chiederà “a tutti i Paesi di prendere posizione, sia per Regeni sia per Zaki”. “Ma voglio ribadire che il ministero lavora necessariamente in silenzio, e che abbiamo riportato a casa tutti gli italiani rapiti all’estero. Attualmente lavoriamo ai casi di Regeni, Zaki e di Chico Forti. E non ci fermeremo”, ha assicurato.
(Agi)