Uno studio rivela che grano, segale, avena e orzo presentano stronzio 90 e cesio 137 oltre i limiti di sicurezza
Le colture nei pressi della ex centrale di Chernobyl sono ancora contaminate a causa dell’incidente nucleare del 1986. Lo evidenziano in un articolo pubblicato sulla rivista Environment International gli esperti dei Greenpeace Research Laboratories presso l’Università di Exeter e dell’Istituto ucraino di radiologia agricola, che hanno analizzato grano, segale, avena e orzo nelle zone limitrofe al luogo della catastrofe nucleare, rivelando la presenza di isotopi radioattivi, come stronzio 90 e cesio 137, con concentrazioni superiori ai limiti di sicurezza ufficiali dell’Ucraina per la legna da ardere.
“Ci siamo concentrati sullo stronzio 90 perché è noto per essere attualmente presente nel suolo principalmente in forma biodisponibile – spiega Iryna Labunska dei Greenpeace Research Laboratories presso l’Università di Exeter – il che significa che può essere assorbito dalle piante. Il monitoraggio del governo ucraino sulle merci contenenti stronzio 90 si è concluso nel 2013, ma il nostro lavoro dimostra che è necessario proseguire le indagini”.
Il team ha prelevato 116 campioni di cereali raccolti dal 2011 al 2019 in 13 insediamenti nel distretto di Ivankiv in Ucraina, a circa 50 km a sud della centrale nucleare di Chernobyl, e i livelli delle sostanze radioattive erano superiori ai limiti in oltre la metà dei campioni. Campioni di legno, principalmente di pino, sono stati raccolti da 12 località nello stesso distretto tra il 2015 e il 2019.
“Le persone devono essere consapevoli della continua contaminazione del suolo e delle piante e devono essere informate sui metodi agricoli e di bonifica più sicuri – sostiene David Santillo, collega e coautore di Labunska – abbiamo trovato livelli molto alti di stronzio 90 nella cenere di legno, che viene tuttavia utilizzata come fertilizzante”.
Gli autori mettono in luce la possibilità che le radiazioni si diffondano nuovamente e in modo più rapido, visto che sempre più legno viene utilizzato per la produzione di energia nella regione.
“I dati modellati tuttavia – precisano gli scienziati – mostrano che la maggior parte del distretto di Ivankiv potrebbe produrre grani contenenti stronzio 90 al di sotto dei livelli massimi di radiazione, anche se il legno proveniente dalle aree nel nord-est del distretto di Ivankiv potrebbe essere più pericoloso”.
Stando ai risultati del gruppo di ricerca, in un campione di cenere di un forno a legna domestico, lo stronzio 90 è stato rilevato a un livello 25 volte superiore rispetto a quello del campione di legno più contaminato raccolto in questo studio.
“E’ importante ripristinare i programmi di monitoraggio ambientale e alimentare e garantire che siano adeguatamente finanziati in futuro – sottolinea Valery Kashparov, direttore dell’Istituto ucraino di radiologia agricola – e stabilire un programma in grado di monitorare la contaminazione radioattiva delle ceneri e fornire alla popolazione informazioni sulla manipolazione sicura delle ceneri contaminate radioattivamente e istituire un servizio di smaltimento centralizzato”.
“La contaminazione dei raccolti nel distretto di Ivankiv rimane motivo di grande preoccupazione e merita ulteriori indagini urgenti – conclude Labunska – e sarà opportuno indagare sugli effetti delle sostanze inquinanti, che restano ancora per lo più sconosciuti”.
(Agi)