28 Dicembre, 2024
spot_imgspot_img

Cosa cambia per i conti correnti in rosso dal primo gennaio

Gli addebiti automatici non saranno più consentiti se i clienti non avranno sufficienti disponibilità liquide. C’è il rischio di un blocco dei pagamenti di utenze, stipendi, contributi previdenziali

Problemi in vista per i titolari di conti correnti, sia imprese sia famiglie. Dal prossimo gennaio cambiano le regole per la gestione dei conti ‘in rosso’: gli addebiti automatici non saranno più consentiti, infatti, se i clienti non avranno sufficienti disponibilità liquide sui loro depositi bancari. C’è il rischio, pertanto, di un improvviso stop ai pagamenti di utenze, stipendi, contributi previdenziali, rate di finanziamenti.

A lanciare l’allarme è il Centro studi di Unimpresa che, in un documento in via di pubblicazione, spiega le conseguenze dell’entrata in vigore delle nuove norme dettate dall’Eba, l’autorità bancaria europea, che, tra l’altro, impongono alla banca, dopo tre mesi di mancati pagamenti da soli 100 euro, di segnalare il cliente alla centrale rischi e di classificare tutta la sua esposizione come “crediti malati”.

Per il vicepresidente di Unimpresa, Salvo Politino “Il nuovo quadro regolatorio, che non è stato sufficientemente spiegato dalle banche, è preoccupante. Non saranno più possibili – paventa – nemmeno piccoli sconfinamenti e questo vuol dire, per molti artigianicommerciantipiccoli imprenditori e anche per molte famiglie, non poter più usufruire di quelle piccole forme di flessibilità che, specie in questa fase così critica a causa degli effetti economici della pandemia Covid, sono fondamentali per far fronte ai pagamenti di utenze o altri adempimenti, come gli stipendi e i contributi previdenziali, le rate di finanziamenti e mutui”.

Di fatto secondo Politino “c’è il rischio di una fortissima stretta al credito, conseguenza inevitabile delle segnalazioni alla centrale rischi e della riclassificazione degli affidamenti della clientela in caso di piccoli arretrati”. Da gennaio – spiega il Centro studi di Unimpresa – chi ha il conto corrente ‘scoperto’ corre il rischio di risultare immediatamente ‘moroso’ nei confronti di vari soggetti, dalle finanziarie all’Inps, dai dipendenti alle aziende cosiddette utility (energia, gas, acqua, telefono). Non solo: le stesse nuove norme dell’Eba stabiliscono che per un mancato pagamento superiore a 100 euro, protratto per tre mesi, il cliente venga classificato come cattivo pagatore, tutta la sua esposizione verso la banca sia classificata come non performing loan e sia inviata la segnalazione alla centrale rischi.

(Agi)

Ultimi articoli