24 Dicembre, 2024
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Primo vaccinato il dottor Toffoletto: Nessun timore non perdo tempo con i negazionisti

Forse non sarà il primo in assoluto, ma il suo nome è comunque in cima alla lista del personale sanitario che il 27 dicembre riceverà il vaccino anti-Covid. Lui è il dottor Fabio Toffoletto, primario di anestesia e rianimazione dell’Ulss4 che al Covid-Hospital di Jesolo ha preso in carico i pazienti di terapia intensiva.

Nei mesi scorsi ha lanciato diversi appelli per sensibilizzare la popolazione a evitare assembramenti e a rispettare le regole. Ora, in attesa delle 50 dosi Pfizer destinate all’ospedale di Jesolo, è in prima linea anche per ribadire l’importanza del vaccino.

«È stato fissato il V-Day per domani – 27 dicembre -, le Ulss, compresa la nostra, si sono organizzate con il trasporto e la conservazione delle dosi. Se non sarò io il primo magari vorrà dire che sarò il terzo. Ma la sostanza non cambia e non ho alcun problema a fare il vaccino: non sono assolutamente preoccupato, considero i vaccini una pratica normale, faccio sempre anche l’anti-influenzale».

È un pensiero condiviso anche tra i suoi colleghi?
«Tutto il personale sanitario del nostro ospedale, che è stato invitato ad aderire alla campagna di vaccinazione, ha dato il proprio consenso. Credo che si un gesto di responsabilità. E non solo. Chi lavora in questi reparti ha visto con i propri occhi la sofferenza che genera il virus tra le persone. Stiamo parlando di dolore e di persone che purtroppo non ci sono più. Il personale sanitario ha sviluppato una sensibilità maggiore nei confronti di questa malattia, tutti sono consapevoli dell’importanza del vaccino, nessuno ha problemi ad aderire alla campagna vaccinale».

Lei ha inviato i negazionisti a fare un tour nei reparti di Rianimazione, cosa si sente dire oggi a quelle stesse persone?
«Nulla, non vale la pena perdere altro tempo con chi continua a non credere al virus o mette in discussione i vaccini. Ritengo di avere priorità più importanti rispetto al pensiero di queste persone».

E alla cittadinanza?
«Di fidarsi e di non avere paura. La vaccinazione inizia dal personale sanitario e tutti hanno dato la loro disponibilità: mi sembra un dato abbastanza eloquente».
Il vaccino è davvero l’arma in più per vincere la battaglia contro il virus?
«Si, è sempre accaduto in passato. Pensiamo per esempio al vaiolo o alla poliomielite, due malattie debellate grazie ai vaccini».

Quanto tempo ci vorrà per vaccinare tutta la popolazione?
«Sicuramente dei mesi, ma non spetta a noi dirlo, nel nostro caso ci occupiamo di altro, ovvero di risolvere i problemi che riguardano l’attualità, che per il momento non mancano di certo. Posso però ribadire che il vaccino è l’arma utile per vincere la lotta a questo virus».

A proposito di attualità: com’è la situazione negli ultimi giorni?
«Continua ad essere molto intensa, per non dire complicata. I reparti sono pieni, sia quelli di malattie infettive che di rianimazione. Per questo è fondamentale continuare a stare attenti e a rispettare le regole».

Piano vaccinale 

(Il gazzettino)

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