È oramai escluso che la ripartenza post-Covid avrà la forma di una ‘V’ o di una ‘U’. Il nuovo scenario porta con sé grandi disuguaglianze. Come in guerra, la crisi pandemica avrà vincitori e vinti
L’arrivo dei vaccini anti-Covid fa ben sperare e consente di vedere la luce alla fine del tunnel della crisi, anche se la scoperta della variante del virus complica le cose e rende ancora più incerto un quadro generale in cui restano comunque in ballo molteplici varianti. E se è vero che il 2021 sarà l’anno della ripresa, come sarà il rimbalzo e quando avverrà nessuno al momento è in grado di dirlo.
Quel che è certo, è che diventa sempre più probabile che la ripresa non abbia la forma di una ‘V’ né tantomeno quella di una ‘U’. Per l’economista Fabrizio Pagani, la ripartenza post-Covid assomiglia di più a una ‘K’ e porta con sé grandi disuguaglianze, con alcuni settori dell’economia pronti a riprendersi velocemente e altri invece che continuano la loro discesa.
“Lo ha detto chiaramente il documento del G 30 firmato dall’ex presidente della Bce, Mario Draghi – spiega Pagani all’AGI – c’è una tabella che mostra con chiarezza quelli che sono i settori industriali che hanno sofferto di più e quelli che hanno sostanzialmente guadagnato dalla crisi. La K è molto evidente”.
Osserva il Global Head of Economics and Capital Market Strategy di Muzinich: “Per l’Europa si vede chiaramente che tutto quello che è trasporto, energia, intrattenimento, turismo e accoglienza è nella gamba inferiore della K. Si tratta di settori in forte discesa che avranno quindi un conto economico molto precario per il 2020 e probabilmente per la prima parte del 2021”.
Invece, prosegue nel ragionamento l’economista, “ci sono altri settori, dalle telecomunicazioni al Tech passando per tutto quello che riguarda il mondo della sanità, quindi la ‘white economy‘, che viaggiano sul ‘braccio’ superiore della ‘K’ e che sicuramente continueranno a crescere con buoni multipli nel 2021″.
Ovvero, da una parte ci sono ristoranti, alberghi, rivenditori, compagnie aeree e le migliaia di piccole imprese che hanno dovuto chiudere e potrebbero non riaprire più; dall’altra l’e-commerce, il cloud computing, lo streaming video e la grande distribuzione e i negozi che vendono generi alimentari che continuano a crescere anche (e soprattutto) durante i lockdown.
Come dopo una guerra, dunque, la crisi pandemica avrà vincitori e vinti. E per questo la sfida sarà “risolvere i problemi che sorgono da risultati così diversi”.
Certo, conclude Pagani, “l’arrivo del nuovo ceppo del virus rende l’intero quadro più incerto, soprattutto nel breve periodo” e “potrebbe avere qualche effetto sul primo trimestre dell’anno nuovo” ma, sottolinea, “riusciremo a superare anche questo”. A patto però i affrontare per tempo le conseguenze di una ripresa che si muove “in due direzioni così diverse”.
(Agi)