La 31enne aveva denunciato di essere stata torturata e molestata durante la sua detenzione, a partire dal 16 maggio 2018, quando era stata arrestata con un’altra dozzina di compagne
Cinque anni e 8 mesi di carcere: è arrivata questa mattina la pesante sentenza di condanna per Loujain al-Hathloul, l’attivista per i diritti delle donne detenuta in Arabia Saudita dal 2018, dopo essere stata protagonista di una campagna per il diritto di guidare l’automobile.
Il processo aveva attirato sull’Arabia Saudita un’ondata di sdegno internazionale, tra cui le critiche pesanti del presidente eletto Joe Biden. Loujain, in vari incontri con i familiari, aveva denunciato di essere stata torturata e molestata durante la sua detenzione, a partire dal 16 maggio 2018, quando era stata arrestata con un’altra dozzina di attiviste impegnate nella stessa campagna.
Il verdetto è stato riportato dai siti informativi Sabq e al-Shark al-Awsat.
Loujain, che ha compiuto 31 anni in carcere lo scorso 31 luglio, era stata accusata di “incitamento a cambiare le regole del Regno” e di aver lavorato con la sua attività online, per introdurre una “agenda straniera” in Arabia Saudita. Il giudice l’ha ritenuta colpevole di aver violato l’articolo 43 della legge antiterrorismo.
La corte ha “scontato” dalla condanna gli oltre 2 anni e mezzo che la donna ha già trascorso in carcere, e in più ha concesso una sospensione della pena di due anni e 10 mesi, che in base alla legge sarà considerata nulla se la giovane tornerà a commettere altri reati. Secondo quanto ha scritto su Twitter la sorella minore Lina al-Hathloul, Loujain potrebbe quindi tornare libera già a febbraio 2021.
QUI LA SUA STORIA
Lina ha pubblicato un altro post, in cui afferma che Loujian ha pianto quando ha sentito la sentenza. “Mia sorella non è una terrorista ma una attivista”, ha scritto ancora.
Loujain può fare appello alla sentenza entro 30 giorni. All’udienza erano presenti anche rappresentanti delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani. L’ufficio dell’Onu per i diritti umani ha chiesto il rilascio urgente dell’attivista, e così anche il ministero degli Esteri francese. “Come abbiamo già detto più volte pubblicamente, chiediamo la liberazione rapida di Loujain al-Hathloul”, ha detto un portavoce del ministero degli Esteri francese.
“Se la notizia” della condanna a cinque anni e otto mesi di reclusione “fosse confermata, si tratterebbe di una sentenza scandalosa”. Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International (AI) in Italia ha commentato la notizia pubblicata sulla stampa locale della sentenza di condanna di Loujain. “Loujain”, ha continuato il portavoce di AI, che ritiene l’attivista una prigioniera di coscienza, “ha commesso l’unico reato di aver promosso e portato avanti campagne per riforme autentiche a favore dei diritti delle donne”
La detenzione, due anni fa, del gruppo di attiviste è avvenuta poco dopo che Riad ha cancellato il divieto per le donne di guidare, nell’ambito del programma di riforme volute dal principe ereditario Mohammad bin Salman, accompagnate però dalla repressione del dissenso.
(Avvenire)