Per le prenotazioni non ci saranno chiamate ma un Numero Verde Nazionale o una App. Il patentino di immunità al vaglio delle garanzie costituzionali
Il ‘Vaccine Day’ è già il passato, da martedì la battaglia al coronavirus entra nel vivo. Alle 9.750 dosi spedite dal Belgio per la giornata simbolica, si aggiunge la prima fornitura vera e propria, con la conferma dalla Pfizer che le prime 469.950 dosi del vaccino, previste per l’Italia dal contratto sottoscritto dall’Unione Europea, arriveranno in Italia da oggi. Dalla Germania intanto rimbalza la notizia dell’ordinazione da parte tedesca di 30 milioni di dosi, per via bilaterale, con la BioNTech, al di fuori dunque degli accordi Ue. “L’Italia insieme alla Francia, alla Germania e all’Olanda ha promosso l’acquisto centralizzato europeo – ha ricordato il commissario Domenico Arcuri -. L’Ue compra per tutti i Paesi membri e distribuisce i vaccini in funzione della popolazione. Confidiamo che questa bella pagina non si debba interrompere”. La consegna delle dosi in Italia, effettuata direttamente dalla casa farmaceutica presso i primi 203 siti di somministrazione individuati dal commissario straordinario in accordo con le Regioni, proseguirà il 30 dicembre e si concluderà il 31. L’obiettivo è vaccinare l’80% della popolazione entro il prossimo autunno così da raggiungere l’immunità di gregge. A dividere, invece, è il tema dell’obbligo. Il governo per ora è intenzionato a puntare sulla persuasione. Ed ecco le domande con le risposte più frequenti riguardo al vaccino.
Chi sarà vaccinato e quando? Da cosa dipendono i tempi?
Tutti gli italiani saranno vaccinati gratuitamente e volontariamente (la profilassi non è obbligatoria) dai 16 anni in su entro la fine dell’anno. C’è un piano di priorità stabilito dal ministero della Salute: tra gennaio e marzo toccherà agli operatori della sanità e agli ospiti delle Rsa, poi gli altri anziani e alle persone affette da patologie serie, quindi forze dell’ordine e insegnanti, infine tutti gli altri. I tempi dipendono dai “via libera” concessi dalle agenzie regolatorie (Ema per l’Europa e l’Aifa per l’Italia) ai singoli vaccini: Pfizer-Biontech è già autorizzato, per Moderna si decide il 6 gennaio poi sarà la volta di AstraZeneca, Curavac e, ultimo, Sanofi. Più vaccini avremo, più speditamente procederà la campagna.
Bisogna prenotarsi o sarà l’Asl a chiamare?
In tutte le sue fasi la campagna vaccinale e le somministrazioni saranno coordinate dalla struttura commissariale e dalle Regioni, che terranno conto del calendario predisposto dal ministero. Operatori sanitari e Rsa interessati saranno identificati in base a specifiche liste regionali. Non ci sarà dunque una chiamata, ma un meccanismo di prenotazione attraverso un Numero verde nazionale (ancora da definire) oppure una App (in corso di realizzazione) che servirà anche a monitorare eventuali reazioni al vaccino e invierà all’interessato un avviso sulla data del richiamo.
Come funziona la vaccinazione? Quando si riceve la seconda dose?
Si tratta di un’iniezione inframuscolare praticata da un medico o da un infermiere in uno dei luoghi di somministrazione stabiliti Regione per Regione. Una volta inoculato il farmaco si dovrà poi trascorrere un periodo di sorveglianza in modo che, in caso di reazione, il medico possa intervenire. Il richiamo va fatto almeno entro 21 giorni dalla prima puntura.
Fatto il vaccino, si ottiene un patentino d’immunità?
Non è ancora stato stabilito. Se ne discute, anche sotto il profilo delle garanzie costituzionali, perché potrebbe significare assegnare maggiori libertà a chi è stato immunizzato rispetto a chi invece è ancora in attesa di ricevere la profilassi. «Stiamo progettando una piattaforma informatica che consentirà di gestire – ha annunciato il commissario Arcuri – la verifica della somministrazione per sapere come si chiamano le persone che hanno fatto il vaccino e dove lo hanno fatto». Sarà il ministero della Salute a stabilire i dettagli di questo certificato di vaccinazione». Le compagnie aeree stanno lavorando su un progetto internazionale che preveda il “CommonPass” per i viaggiatori che si sono vaccinati contro il Sars-Cov-2.
(Avvenire)