30 Dicembre, 2024
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Covid. Santa Sede: «Rifiutare il vaccino può mettere a rischio gli altri»

Pubblicata una nota della Commissione vaticana Covid-19 in collaborazione con la Pontificia Accademia per la Vita dal titolo “Vaccino per tutti. 20 punti per un mondo più giusto e sano”

“È da evitare che alcuni Paesi ricevano il vaccino molto in ritardo a causa di una riduzione di disponibilità dovuta all’acquisto previo di ingenti quantitativi da parte degli Stati più ricchi”. È quanto si legge nella nota della Commissione vaticana Covid-19 in collaborazione con la Pontificia Accademia per la Vita dal titolo “Vaccino per tutti. 20 punti per un mondo più giusto e sano”, riportata dall’Agenzia Sir.

“Occorre sviluppare un programma di distribuzione che tenga conto della collaborazione necessaria per far fronte a ostacoli di carattere logistico-organizzativo in zone poco accessibili“.

Il documento suggerisce di individuare un ente internazionale che abbia “il mandato, l’autorità morale e le leve operative che gli consentano di coordinare le diverse componenti del processo”.

L’Organizzazione mondiale della sanità viene indicato come “un punto di riferimento importante da potenziare e da migliorare per gli aspetti che si stanno rivelando insufficienti e problematici”.

Quindi, il tema della responsabilità morale di sottoporsi alla vaccinazione, guardando al rapporto tra salute personale e salute pubblica e alla sua stretta interdipendenza. “Si consideri al riguardo la presa di una decisione responsabile, atteso che il rifiuto del vaccino può costituire anche un rischio per gli altri”.

“Da un lato, si troverebbero più esposte alle infezioni quelle categorie di soggetti che non possono essere vaccinati (es. immunosoppressi) e che quindi, per evitare il rischio di contagio, possono contare solo sulla copertura vaccinale altrui (e sull’immunità di gregge). Dall’altro, l’ammalarsi determina un aumento dei ricoveri con conseguente sovraccarico per i sistemi sanitari, fino a un possibile collasso, ostacolando l’accesso all’assistenza sanitaria, ancora una volta a spese di chi ha meno risorse”.

(Avvenire)

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