25 Novembre, 2024
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Italia Viva boccia la bozza del governo: “Ci separa un abisso, non saremo complici” 

Gualtieri: “Incontri costruttivi, ma rispettare i tempi”.

Secondo giorno di incontri tra i partiti di maggioranza e i ministri dell’Economia e degli Affari europei.

Spunta un nuovo documento della bozza di Recovery plan portata per la prima volta in Cdm il 7 dicembre. Si tratta di 153 pagine nelle quali per la prima volta compare il cronoprogramma dei 52 progetti che il governo aveva consegnato alla maggioranza qualche giorno fa. Ma Italia viva, che ha avuto un incontro con il ministro dell’Economia, rimane sulle proprie posizioni: “Ci separa un abisso nel metodo e sui contenuti: non saremo complici di un piano senza ambizione per il futuro del paese” dichiarano fonti renziane al termine del tavolo con il Mef. Punti cruciali per Iv sono il Mes, le infrastrutture, la giustizia, la Pubblica amministrazione, il 5G, il no alla fondazione cybersecurity che, tolta dalla manovra, rispunta nascosta nel Recovery.

Se Iv alza i toni, il governo li smorza.”Un colloquio costruttivo” durante il quale si sono potuti rintracciare “punti di convergenza”, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi. “Ci sono temi su cui permangono delle distanze fra le forze politiche – ammettono poi le stesse fonti – e questi sono demandati al tavolo politico in cui saranno sciolti”.

Nel documento uscito oggi, accanto ai singoli progetti compare l’indicazione, come chiede l’Ue, di milestones (pietre miliari) e target (obiettivi). Vengono indicati i soggetti proponenti, attuatori e la natura della spesa, se si tratta di investimenti, riforme o incentivi. Compaiono anche impatto green e digital. Sui progetti diverse conferme: dal Superbonus al centro di ricerca sulla cybersecurity da realizzare entro il quarto trimestre 2021.

Nuova bozza, ecco gli stanziamenti

Ecco alcune voci che si leggono nella nuova bozza del Recovery plan. Un miliardo per 100mila alloggi universitari con la triplicazione dei posti letto a disposizione, il 20% in più di borse di studio universitarie e anche interventi per favorire gli studenti con redditi bassi alle prese con le tasse universitarie (in tutto circa 900 milioni). Tre miliardi e mezzo in più per “cultura e turismo”: quasi 900 milioni vanno a finanziare la voce “grandi attrattori turistici”, vale a dire interventi per il restauro di strutture con grande valore storico-architettonico in 9 città: Venezia, Trieste, Torino, Milano, Genova, Firenze, Roma, Bari e Palermo. Due miliardi e 640 milioni aggiuntivi per accelerare sulla banda ultralarga e avviare già nel 2021 la copertura del 10% di scuole, strutture sanitarie, musei, e anche di 30mila km di strade extraurbane.

Al Mef Leu e Italia viva

Secondo giorno di incontri per dare una nuova forma al piano di investimenti che punta a rilanciare l’Italia. Ma, soprattutto, per apportare le modifiche necessarie ad evitare la crisi di governo. Dopo Pd e 5 Stelle, che ieri hanno incontrato i ministri dell’Economia e degli Affari Europei, Roberto Gualtieri e Vincenzo Amendola, per presentare le loro proposte di modifica al Recovery plan, oggi tocca ad altri due partiti di maggioranza: Leu e Italia Viva. In mattinata la delegazione di Liberi e Uguali, composta dai capigruppo Loredana De Petris e Federico Fornaro ha presentato ai ministri (presente anche Roberto Speranza) e ai sottosegretari Maria Cecilia Guerra e Giuseppe De Cristofaro le sue proposte.

“È stato un incontro molto positivo e costruttivo, hanno detto al termine dell’incontro De Petris e Fornaro. “Ci siamo confrontati sulle nostre proposte che riguardano principalmente alcune linee strategiche: aumento delle risorse per la Salute, da destinare prevalentemente alla medicina territoriale e all’integrazione socio-sanitaria, una migliore qualificazione green degli investimenti per la transizione ecologica e il rafforzamento delle infrastrutture sociali, a partire dagli asili nido”.

Nel pomeriggio, invece, è stato il turno di Italia Viva con la delegazione composta dai capigruppo Maria Elena Boschi e Davide Faraone. “Non saremo complici degli sprechi”, avvertono i renziani nel documento con le 61 proposte di modifica al Recovery plan presentato ai ministri.

Italia Viva: “Non saremo complici degli sprechi”

“Non servono progetti nascosti nei cassetti e tirati fuori all’ultimo minuto. Occorre trasparenza. Questo è il documento più importante della legislatura: è in gioco il futuro dei nostri figli”. È un preciso avvertimento quello di Italia Viva nelle prime righe del documento presentato al governo. “Queste risorse – scrivono i renziani – sono risorse eccezionali: sprecare una così rilevante occasione sarebbe drammatico non solo per noi ma anche per i nostri figli e i nostri nipoti. Non possiamo accettare un documento senza una visione, non possiamo essere complici del più grande spreco di denaro pubblico”.

Per il Recovery plan Iv propone innanzitutto un nuovo percorso metodologico, con un “pieno coinvolgimento del Parlamento e della società civile”. Viene sottolineato che in molti passaggi delle 133 pagine del piano di Conte “si criticano le politiche del passato”. Un modo di procedere, dicono i renziani, “che serve a garantire il consenso interno ma getta una pessima luce sulla capacità di fare squadra nel nostro Paese”. Per Italia Viva “il Recovery plan non può ripartire da zero e ignorare tutto ciò che è stato fatto prima e deriderlo”, dal Jobs act alla legge Fornero sulle pensioni.

Per un reale rilancio del Paese dopo la crisi provocata dalla pandemia del coronavirus, Renzi e i suoi considerano necessaria una “svolta nella pubblica amministrazione” e propone una “verifica di ciò che ha funzionato e cosa no con la riforma Madia”. Bisogna poi puntare a una rivoluzione nel fisco, “la prima riforma da fare con la digitalizzazione e l’incrocio delle banche dati perchè la lotta all’evasione non si fa con le lotterie”.

Fondamentale poi “spostare 9 miliardi previsti per la Sanità su Cultura e Turismo” e si chiede a Conte l’attivazione del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità che garantirebbe 36 miliardi alla sanità.

Altro punto del documento di Renzi è la necessità di inserire, tra gli investimenti del Recovery, il finanziamento del Family Act. In tema di giustizia, Italia Viva giudica non convincenti, nel piano di Conte, “le considerazioni in materia di prescrizione, che ci sembra banalizzino quella che a nostro avviso resta una garanzia costituzionale. Del resto, il nodo della riforma della prescrizione – dicono – è tutt’altro che risolto, visto che è oggetto della riforma del processo penale ed e’ attualmente in fase di stallo. Non avendo condiviso il compromesso individuato, per noi resta un problema prioritario da affrontare”.

Favorevoli al 5G e alla digitalizzazione, i renziani giudicano positiva l’idea del governo di investire sulla Cyber-security, ma dicono di non essere convinti rispetto all’ipotesti di “istituire un centro di sviluppo e ricerca che opererà con i partenariati pubblici e privati dal momento che non ne sono stati discussi i confini e i contenuti”. E poi il nodo più contestato: “La preoccupazione – scrive Iv nel documento portato a Gualtieri e Amendola – è acuita anche dalla ribadita intenzione del presidente del Consiglio di non attribuire la delega ai Servizi segreti, la cui gestione è accentrata nelle sue mani da ormai due anni e mezzo”.

Rispetto alle infrastrutture, oltre al potenziamento dell’Alta velocità, Tav compresa, Renzi chiede al governo di investire con urgenza “almeno 38 miliardi di euro per il completamento di nuove infrastrutture e 3,5 miliardi per la manutenzione ordinaria e straordinaria”. E poi un riferimento al Ponte sullo Stretto. “Sappiamo -scrive Iv – che il Ponte in quanto tale non è opera finanziabile con il Recovery, ma sappiamo anche che i soldi che arriveranno sulle infrastrutture rendono il ponte irrinunciabile logicamente e piu’ facile da realizzarsi”.

Poi, a Conte Italia Viva chiede chiarimenti sulla vicenda delle autostrade. “Dopo due anni e mezzo di battage mediatico possiamo dire che l’annunciata revoca sia servita a cambiare le cose? Uno stile di governo serio e non populista – attacca Renzi – richiede che si realizzi ciò che si dice. E si dica ciò che si può fare”.

Riguardo alla scuola, oltre a investimenti sugli asili nido, Italia Viva reputa indispensabile creare un fondo per la riduzione del gap dell’istruzione per incoraggiare la mobilità tra docenti, facilitare la diffusione del tempo pieno sul piano nazionale e dare maggiore riconoscimento “a un più serrato controllo delle scuole non statali”.

Infine, particolare attenzione va rivolta alla parità di genere (“un valore assoluto e una priorità massima”) con la decontribuzione del lavoro femminile, agevolazioni fiscali per le aziende che promuovono politiche inclusive delle diversità e volte alla parità di genere. E poi bisogna puntare sull’occupazione giovanile dando anche una spinta al sistema dell’apprendistato.

Leu: “Risorse per occupazione e infrastrutture sociali”

Per gli esponenti di Leu durante l’incontro in videoconferenza c’è stata una “piena condivisione sulla necessità di razionalizzare i progetti focalizzandoli su priorità  ben definite e di integrare l’azione del Recovery plan con la pianificazione dell’utilizzo delle risorse degli altri fondi europei, quali il React Eu, e dei fondi strutturali. Questo – hanno concluso – anche al fine di rafforzare gli interventi in infrastrutture nel mezzogiorno e sostenere il diritto allo studio”. Inoltre, De Petris e Fornaro hanno sottolineato  “l’importanza di indirizzare le risorse su investimenti che favoriscano la riconversione ecologica e una buona e sana occupazione, piuttosto che su incentivi, specie se dispersi su obiettivi minori”.

Gualtieri: “Incontri costruttivi”

A parlare di “incontri costruttivi” è anche il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che lo definisce “un confronto molto utile per migliorare e rafforzare la bozza del Recovery plan”. Nel pomeriggio il ministro incontrerà anche la delegazione di Italia Viva: “Ascolteremo – dice –  con grande interesse le proposte”. Ma avverte: “Il confronto è utile, ma deve procedere a passo spedito, per rispettare i tempi”. Un tema, quello del rispetto dei tempi, lanciato ieri dal commissario agli Affari economici dell’Unione europea, Paolo Gentiloni, secondo cui “per accelerare l’Italia deve introdurre procedure straordinarie”.

(La Repubblica)

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