Il via libera del Senato, dopo 12 ore di dibattito, è stato accolto dall’esultanza delle militanti
Storica svolta in Argentina: il Senato ha approvato in via definitiva la legge sull’interruzione volontaria della gravidanza. Il provvedimento, già approvato dalla Camera dei deputati, è passato, con 38 voti a favore e 29 contrari, dopo 12 ore di discussioni e l’imprevisto ampio margine dei favorevoli ha provocato l’esultanza di migliaia di militanti pro aborto in attesa fuori dal Congresso.
Finora l’aborto era consentito solo se la gravidanza era la conseguenza di una violenza, oppure quando esisteva un pericolo grave per la vita della donna incinta; ma moltissime sono in Argentina le interruzioni clandestine,effettuate in costose cliniche private oppure in strutture che non rispettano le norme di sicurezza, mettendo a repentaglio la salute delle donne. Secondo i dati del governo riportati dalla stamp argentina, nel Paese da 44 milioni di abitanti ogni anno si praticano fra 370 mila e 520 mila aborti clandestini, e 38 mila donne sono ricoverate in ospedale per le complicazioni che ne conseguono.
L’Argentina diventa così uno dei pochissimi Paesi dell’America Latina dove è permessa l’interruzione volontaria di gravidanza (IVE nella sigla in spagnolo). Le minori di 13 anni potranno abortire con l’approvazione di almeno uno dei loro genitori o un rappresentante legale, mentre le donne di età compresa tra 13 e 16 anni avranno bisogno dell’autorizzazione solo se la procedura compromette la loro salute; dai 16 anni in poi la decisione spetta unicamente alla donna.
La nuova legge sostiene anche la responsabilità dello Stato nell’attuazione della legge sull’educazione sessuale e aggiorna le pene detentive per chi causa l’aborto o acconsente a praticarlo oltre il tempo massimo previsto dalla legge, ovvero la 14esima settimana di gestazione.
Il movimento che si è battuto per questa legge – la Campaña Nacional por el Derecho al Aborto Legal, Seguro y Gratuito – è nato 15 anni fa per affiancare le femministe nella battaglia per la legalizzazione dell’aborto. Il suo simbolo sono i fazzoletti verdi (pañuelos). Durante la lunga seduta del Senato, migliaia di persone, fra favorevoli alla legalizzazione dell’aborto e contrari, militanti dei collettivi “pro-vita”, si erano radunate davanti al Congresso in attesa del risultato: quando è arrivato erano le 4 della mattina nell’estate di Buenos Aires.
Era la seconda volta nella storia che un progetto per legalizzare l’interruzione volontaria di gravidanza è stato discusso al Congresso argentino, dopo che nel 2018 un testo simile, ma elaborato da una piattaforma civile, era stato approvato solo dalla Camera. Un anno dopo, durante la campagna elettorale per le presidenziali, il futuro capo dello Stato Alberto Fernandez aveva promesso di promuovere una nuova legge, con l’obiettivo principale di ridurre gli aborti clandestini, che mettono a rischio la vita delle donne, specialmente quelle che non possono permettersi cliniche private dove, nonostante sia illegale, l’aborto è praticato in sicurezza.
(Agi)