Duello a distanza a colpi di citazioni di Moro fra Matteo Renzi e il presidente del Consiglio
La legge di bilancio ottiene un via libera all’ultimo minuto, ma senza particolari affanni per la maggioranza. I numeri dicono che i sì alla fiducia posta dal governo sono stati 156 e 153 quelli sul provvedimento. Un bottino che sembra rafforzare il governo. Se non fosse che anche oggi, in Aula al Senato, non sono mancati i momenti di tensione, con l’acme raggiunto quando a prendere la parola è stato il leader di Italia Viva, Matteo Renzi.
L’ex premier non sembra apprezzare il lavoro fatto sulla manovra, tanto che ammette di votare a favore solo per “lealtà istituzionale”. E aggiunge: “Assegniamo al Governo la responsabilità di decidere cosa fare da grande, perché noi siamo pronti a lavorare insieme se c’è un orizzonte, una visione, ma non saremo mai complici del più grande spreco di denaro che potrebbe esserci nella storia repubblicana. Ora la palla passa al governo”.
Un riferimento al lavoro che sta impegnando il premier sul Recovery Plan e verso i quale Italia Viva è fortemente critica: oggi le ministre e i capigruppo renziani hanno portato al ministro dell’Economia le osservazioni sul Piano nazionale di ripartenza e resilienza, con 62 punti fortemente critici nei confronti di Conte.
Un braccio di ferro che si protrae ormai da tempo e che si alimenta anche di un round a distanza a colpi di citazioni di Aldo Moro. “La verità illumina e dà coraggio”, sottolinea in dichiarazione di voto sulla fiducia alla manovra il leader di Iv. Conte risponde indirettamente durante la tradizionale conferenza stampa di fine anno, prendendo spunto da una domanda che ha proprio Renzi come oggetto: “Gli ultimatum non appartengono al mio bagaglio culturale e politico.
Nell’ultimo discorso di Aldo Moro ai gruppi parlamentari della Dc lo statista diceva che gli ultimatum non sono ammissibili in politica perchè hanno il significato di una stretta che significherebbe far precipitare le cose e impedire che si raggiunga una soluzione positiva. Io sono al di fuori degli ultimatum. Sono per il dialogo e trovare una sintesi nell’interesse superiore del Paese”.
Al di là dello scontro interno alla maggioranza, la manovra ha sollevato un vespaio di polemiche sul metodo con cui è stata approvata, ancor prima che sul merito dei provvedimenti in essa contenuti. Ed è stata la seconda Carica dello Stato a sottolineare che “stiamo varando il provvedimento più importante dell’anno, la legge di bilancio, in un giorno. Qualche protesta perché quest’Aula in un giorno, dico uno, ha esaminato il provvedimento più importante, si può anche accettare”, dice la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, intervenendo nel tentativo di placare le proteste dell’opposizione.
Lo stesso Matteo Renzi, tuttavia, aveva segnalato che le 48 ore concesse al Senato per la discussione e l’approvazione della legge di bilancio 2021 “sono uno scandalo”. A creare malumore nelle fila renziane c’è, inoltre, l’assenza dall’Aula del premier.
“Nel momento in cui si sta discutendo del rischio commissariamento del Parlamento e dei ministri, del ruolo delle task force, di una sola vera lettura in una sola Camera della legge di bilancio, e proprio mentre in Senato, Camera di fatto esclusa dall’esame della manovra, si stanno tenendo le dichiarazioni di voto, pare del tutto inopportuno che il presidente del Consiglio sia stato impegnato in altro luogo a tenere una conferenza stampa“, sottolinea il capogruppo renziano a Palazzo Madama, Davide Faraone.
Dal resto della maggioranza, viene espressa soddisfazione per una legge di bilancio finalmente espansiva: “E’ da apprezzare il gran lavoro fatto in pochi giorni per migliorare la legge di bilancio”, rimarca il premier Conte sottolineando “il lavoro costruttivo” messo in campo dalle forze di opposizione. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri si dice “molto soddisfatto” e parla di una legge di bilancio “ambiziosa, fortemente espansiva, orientata alla crescita, al lavoro e alla coesione”.
La manovra, anche in vista delle misure che saranno contenute nel Recovery Plan, “darà una spinta senza precedenti non solo per uscire dalla crisi ma anche per trasformare l’Italia”, assicura ancora Gualtieri.
Sia il premier che il ministro dell’Economia minimizzano l’errore “tecnico” a causa del quale il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, teoricamente di 100 euro al mese per 1.200 complessivi l’anno, in manovra viene ridotto a 600 euro annui. Il Consiglio dei ministri è pronto a varare il decreto correttivo per ripristinare i 1.200 euro l’anno.
Diverse le norme contenute nella legge di Bilancio: si va dai 420 milioni di incentivi per acquistare un’auto, a bonus vari per mobili, occhiali e sistema idrico. Il congedo di paternità si allunga a 10 giorni dagli attuali 7. Il settore turistico si vedrà esentato dalla rata Imu, il superbonus al 110% sarà prorogato fino al 2022. Saranno assunti 3mila medici e 12mila infermieri per la campagna di vaccinazione, mentre 3,7 miliardi vengono destinati alla scuola. Ci saranno poi esoneri contributivi per altre assunzioni, al Sud e al femminile. Da luglio al via all’assegno unico per le famiglie con figli sotto un certo reddito.
Il Pd, con il capogruppo alla Camera Graziano Delrio, si sofferma sulle misure sociali: “Con assegni fino a 200 euro mensili per ogni figlio – ricorda – viene offerto alle famiglie un sostegno strutturale e permanente, un pilastro sicuro su cui fare affidamento per i progetti familiari”.”Dopo i 100 miliardi di euro immessi nella nostra economia da inizio pandemia, destiniamo altri 40 miliardi alla gestione emergenziale e alla modernizzazione del Paese. E’ stato compiuto un grande sforzo, nel 2021 bisogna insistere e rilanciare”, sottolinea il Capo Politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi .
(Agi)