22 Dicembre, 2024
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“Vanno cambiati i parametri per le Zone”: le Regioni spingono, il ministero frena

Un documento delle Regioni chiede di cambiare alcuni parametri che influiscono sul meccanismo di assegnazione delle Zone di rischio covid. E quindi delle Zone Gialle, Arancioni e Rosse.

Il documento delle Regioni è ora al vaglio dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss). Tra i parametri che potrebbero cambiare, riporta l’Ansa, un diverso metodo di calcolo dei tamponi antigenici e molecolari effettuati, che potrebbe poi influire sul tasso di positività. Ad essere rivalutata potrebbe essere anche la definizione dei ‘casi’ e strategie di esecuzione dei test.

 

Il sistema è stato ampiamente criticato a partire dalla sua introduzione con il dpcm di inizio novembre. Le Regioni e i rispettivi governatori hanno spesso polemizzato con le assegnazioni. Il Presidente della Regione Vincenzo De Luca si è spinto a definirlo “un marchettificio”“la cosa in sé di Kant”.

I parametri che concorrono all’algoritmo sono in tutto 21:

  1. Numero di casi sintomaticinotificati per mese in cui è indicata la data inizio sintomi/totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo
  2. Numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale(in reparti diversi dalla Terapia Intensiva) in cui è indicata la data di ricovero/totale di casi con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo
  3. Numero di casinotificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in Tl/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo
  4. Numero di casinotificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in Tl/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo
  5. Numero di checklistsomministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie (opzionale)
  6. Numero di strutture residenzialisociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata (opzionale)
  7. Indicatori di processo sulla capacità di accertamentodiagnostico, indagine e di gestione dei contatti, come la percentuale di tamponi positivi escludendo per quanto possibile tutte le attività di screening e il “re-testing” degli stessi soggetti, complessivamente e per macro-setting (territoriale, PS/Ospedale, altro) per mese
  8. Tempotra data inizio sintomi e data di diagnosi
  9. Tempo tra data inizio sintomie data di isolamento (opzionale)
  10. Numerotipologiadi figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracing
  11. Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territorialealle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento
  12. Numero di casi confermatidi infezione nella regione per cui sia stata effettuata una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati
  13. Indicatori di risultato relativi a stabilità di trasmissione e alla tenuta dei servizisanitari, come il numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni
  14. Rtcalcolato sulla base della sorveglianza integrata ISS (si utilizzeranno due indicatori, basati su data inizio sintomi e data di ospedalizzazione)
  15. Numero di casiriportati alla sorveglianza sentinella COVID-net per settimana (opzionale)
  16. Numero di casi per data diagnosie per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata COVID-19 per giorno
  17. Numero di nuovifocolai di trasmissione (2 o più casi epidemiologicamente collegati tra loro o un aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito)
  18. Numero di nuovi casidi infezione confermata da SARS-CoV-2 per Regione non associati a catene di trasmissione note
  19. Numero di accessi al Pronto Soccorsocon classificazione ICD-9 compatibile con quadri sindromici riconducibili a COVID-19 (opzionale)
  20. Tasso di occupazionedei posti letto totali di Terapia Intensiva (codice 49) per pazienti COVID-19
  21. Tasso di occupazionedei posti letto totali di Area Medica per pazienti COVID-19

 

Al momento, secondo quanto previsto dal decreto di Natale, l’Italia è interamente Zona Rossa. Sarà Zona Arancione per il solo 4 gennaio. Poi di nuovo al massimo livello di rischio e di chiusure.

Il ministero della Salute smentisce però tutto ciò:

secondo quanto apprende LaPresse, il dicastero sarebbe intanto al lavoro su una nuova circolare sui test antigenici in linea con nuove indicazioni Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie). In sostanza Ecdc inserisce i test antigenici come strumento diagnostico valido e definitivo per l’infezione da Coronavirus. La circolare sarà preceduta delle raccomandazioni dell’Istituto superiore di Sanità su questo tema. In questo modo i test rapidi potrebbero entrare nel conteggio quotidiano della Protezione civile. Pertanto, viene spiegato, non c’è allo studio alcuna modifica ai parametri di valutazione del rischio di contagio che resta fissato a 21.

(Il Riformista)

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