Il commissario Arcuri ha affidato reclutamento e contratti a 5 Agenzie per il lavoro.
Per i medici il compenso è 6.538 euro al mese, 3.077 per gli infermieri, da cui sottrarre tasse e contributi.
Nursing up: «Se invece di pagare le agenzie avessero utilizzato i soldi per i vaccinatori, avremmo 71mila ore di prestazioni infermieristiche in più per le Asl»
«I tempi della presentazione delle candidature per la ricerca dei vaccinatori sono sicuramente non in linea con l’urgenza di uscire da questo incubo»: il sindacato degli infermieri Nursing up ieri è tornato a puntare il dito contro il bando del commissario straordinario Domenico Arcuri per reclutare 3mila medici e 12mila infermieri necessari per somministrare le dosi di farmaco alla popolazione. La procedura è partita il mese scorso: gli interessati dal 16 dicembre hanno potuto inviare il curriculum a un portale dedicato di Invitalia, la selezione e contrattualizzazione però sarà affidata a un massimo di 5 Agenzie per il lavoro, la cui selezione avviene tramite bando pubblico (chiuso il 29 dicembre), per le quali è stato stabilito un compenso totale di 25 milioni.
«SE INVECE DI PAGARE le agenzie avessero utilizzato i soldi per pagare i vaccinatori – spiega Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up – avremmo avuto ben 71mila ore di prestazioni infermieristiche in più per le Asl italiane, pagate 40 euro all’ora, a disposizione, mese per mese, per vaccinare più gente possibile. Ci sono 30mila infermieri ambulatoriali o infermieri che si occupano di cure primarie, sottoutilizzati per la pandemia, che hanno l’esperienza e che non avrebbero tolto forza lavoro alle aree Covid».
LE AZIENDE SANITARIE avrebbero impiegato l’intero budget per il personale ma si è scelto di ricompensare le agenzie interinali per la selezione (ma la banca dati da cui pescare il personale se la ritrovano già pronta) e per il reclutamento con assunzione a tempo determinato di 9 mesi (eventualmente rinnovabili) di medici, infermieri e assistenti sanitari. Ognuna avrà una fetta di territorio da copreire ma, in presenta di un numero minore di agenzie, si potranno accorpare i lotti: Lombardia, Emilia-Romagna, Sardegna, Umbria, Valle d’Aosta; Lazio, Piemonte, Liguria, Provincia Autonoma di Trento; Campania, Puglia, Marche, Basilicata; Sicilia, Toscana, Abruzzo, Provincia Autonoma di Bolzano; Veneto, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Molise.
IL VALORE DELL’APPALTO per ciascun lotto è fissato a 534.284.100 euro lordi, a ogni agenzia va il 5% che, tolta l’Iva, si traduce in 19.844.838 euro netti come base d’asta su cui applicare il ribasso. Nel bando si legge: «Una volta sottoscritto un contratto specifico, il numero e le ore delle figure professionali attivate possono subire (variazioni ndr) e finanche cessare, in funzione di mutamenti organizzativi e/o altre cause legate al Piano Vaccini, senza che ciò comporti alcun tipo di responsabilità».
IL COMPENSO MENSILE per i medici è fissato a 6.538 euro, per gli infermieri a 3.077. «Le tariffe, espresse al lordo, comprendono le ritenute previdenziali ed erariali a carico del lavoratore somministrato» e ancora, prosegue il bando, «il contratto di lavoro con il personale sarà stipulato in deroga ai limiti previsti dalla normativa vigente e in particolare al decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81» cioè il Jobs act. In sostanza, si tratta di un impiego di 9 mesi che può essere interrotto in qualsiasi momento, privo delle minime tutele del Jobs act e con compensi che per gli infermieri (cioè la stragrande maggioranza del personale da reclutare) diventa di circa 1.600, 1.700 euro netti al mese. Spostarsi in un altro territorio diverso da quello di residenza diventa impossibile. Da febbraio per molti bandi si è replicato lo stesso meccanismo: difronte a condizioni di lavoro che espongono a rischi e un trattamento economico basso si sono moltiplicate le rinunce.
PERCHÉ COINVOLGERE le agenzie interinali allungando i tempi del reclutamento e caricando il guadagno dei privati? È una domanda che si è fatta anche la Ragioneria di stato (come raccontato da Il foglio): le Asl, infatti, da inizio pandemia hanno assunto il personale sanitario per affrontare l’emergenza con contratti a tempo determinato invece di atipici, come avverrà con le agenzie.
«La massiva campagna di vaccinazione non è ancora partita – il commento di De Palma del Nursing up -. Occorre chiarezza sui tempi, senza dimenticare che si dovranno formare i vaccinatori: sul sito dell’Iss c’è il corso Fad (formazione a distanza). Prima è necessario trovare medici e infermieri. Poi aggiornarli su metodi e procedure del prodotto vaccinale. Poi stipulare i contratti con le agenzie, che però non sappiamo ancora quali e quante sono, e che dovranno cercare infermieri e medici senza avere bisogno di farlo davvero perché tali operatori, nel frattempo, si sono già candidati da soli».
(Il Manifesto)