Continua il concorso del Messaggero dedicato alla memoria di Emanuele Morganti e Willy Monteiro Duarte: in questa seconda fase i componimenti potranno essere inviati entro il prossimo 20 gennaio. Oggi pubblichiamo tre degli elaborati migliori che sono arrivati in redazione in questi ultimi giorni. La pubblicazione dei testi proseguirà.
La famiglia e i valori da non perdere
Per me ha innanzitutto valore la famiglia. La mia famiglia mi è sempre vicina, ho sempre detto ai miei genitori tutto ciò che mi premeva, i miei problemi, i pensieri che mi tormentavano e loro mi hanno ascoltato, mi sono stati accanto e mi hanno aiutata, sempre! Credo che in questi tempi si sia un po’ perso il valore della famiglia. Io devo tutto ai miei genitori, ai miei nonni che mi hanno insegnato; è come se una parte di loro vivesse in me e se morissero una parte di me morirebbe anch’essa. Un altro grande valore per me è il rispetto verso le altre persone. Recentemente ho letto le storie di Emanuele Morganti e di Willy Monteiro. Emanuele era un ragazzo ucciso in una normale serata tra ragazzi, solo perché un gruppo, probabilmente sotto l’effetto di alcol e droghe, ha pensato di picchiarlo senza alcun motivo. Willy era un ragazzo che stava cercando di mettere fine a una rissa, cosa che gli è costata la vita. Quello che mi fa imbestialire di più è il fatto che i due ragazzi che lo hanno ucciso si sono difesi dicendo che era solo un ragazzo di colore. Difendersi in un interrogatorio in modi razzisti non serve a nulla e non giustifica un omicidio. Penso che non bisogna giudicare le persone solo per il colore della pelle e che bisogna essere più rispettosi nei confronti di chi voleva solo fare del bene. Le persone meritano più rispetto. Lo volete capire che non vanno discriminate o peggio uccise solo perché hanno un colore di pelle, una cultura, una religione diversa dalla vostra? Ho sempre pensato che la bellezza è fatta dalla diversità e continuo tutt’ora a pensarlo. Alcune volte vorrei mettere la testa sotto la sabbia, esiliarmi dal mondo per non soffrire, ma mi rendo conto che è un atteggiamento sbagliato, perché solo conoscendo i fatti si può evitare di farli accadere nuovamente. Sarebbe bello vivere in un mondo senza guerre, senza sofferenze, ma purtroppo è impossibile. Ma spero che un giorno la gente capisca l’importanza di questi valori e li rispetti.
Le mie priorità, dall’amicizia allo studio
Mi presento, mi chiamo Giulia, ho diciotto anni e frequento l’ultimo anno delle scuole superiori, un anno molto importante poiché indica il passaggio dall’adolescenza all’età adulta.
Per me ogni anno scolastico è stato un anno importante, ricco di insegnamenti, nuove emozioni, cambiamenti e tanto altro. Nella mia vita sono cresciuta molto in fretta, dando così importanza a valori che per diversi ragazzi della mia età spesso possono sembrare banali.
Uno dei valori e priorità che ho messo e metterò sempre al primo posto è la famiglia perché, come diceva Pascoli, essa rappresenta un nido, cioè il luogo più sicuro per sentirti protetta e amata per la persona che sei realmente. Questo perché la famiglia ti è sempre accanto, gioisce con te nei momenti belli e ti porge la mano per rialzarti dai momenti più difficili. Un’altra priorità, molto importante, è lo studio, perché è grazie ad esso che si può realizzare un futuro migliore in base ai nostri sogni o meglio ai nostri obiettivi, così da poter fare un lavoro che ci soddisfa e ci rende felici di noi stessi. Bisogna precisare, che lo studio è importante soprattutto perché riesce a fornirci un bagaglio culturale che ci permette di fortificare la nostra personalità per affrontare il mondo futuro che ci attende.
Nella vita di ognuno di noi, un bene molto prezioso è rappresentato dall’amicizia, infatti gli “amici” hanno un ruolo molto importante, naturalmente parliamo di amici veri, quelli che ti apprezzano per come sei , quelli di cui ti puoi fidare perché sono sinceri e onesti, quelli che quando li trovi sai di aver trovato un tesoro perché con loro la vita diventerebbe più colorata, allegra e serena soprattutto nei momenti più bui.
Spero, che questi grandi e importanti valori che ho, possano aiutarmi a raggiungere i miei obiettivi-futuri.
Mi piace pensare che l’uomo sia buono
Mi piace pensare che l’uomo sia nato cattivo. Che sia nato egoista e dal cuore putrido. E che col susseguirsi delle lune e l’invecchiare inesorabile del mondo, sia diventato poco a poco sempre più buono. Mi piace pensare che ogni bambino che viene al mondo nasca col cuore più tenero di quello di suo padre, anche se finisce col non riuscire a preservarlo. Mi piace pensare che con il passare del tempo la terra si riempia di creature buone. Che la società stia progredendo, non il contrario. Mi piace pensare che un giorno il figlio che avrò sia tanto, infinitamente più buono di me. Tanto da illuminarmi lui stesso sul male inconscio che sto facendo e che farò in futuro. Mi piace pensare di avere un valore, la speranza. Anche se conoscendomi non sembra, anche se parlo di ogni cosa come se fosse perduta, che non sappia fare altro che criticare e non creda in niente. È una speranza che vive da sempre, immortalmente occultata nei pressi del cuore, lontana dalla coscienza. Eppure so che è lì, che me la porto dentro, sento i battiti accelerati che ogni tanto provoca al mio cuore. Ed è quella speranza che mi fa alzare la voce durante i pranzi di famiglia, che mi fa litigare con i miei amici e che poi fa seguire quei silenzi imbarazzanti, quella speranza che mi fa uscire le parole per dire a mio padre che sta sbagliando. È la speranza che sente quel doloroso peso sullo stomaco ad ogni notizia del tg. Mi piace pensare, ma soprattutto sperare, che chiunque legga quello che scrivo non pensi di me come una brava persona. Non sono un paio di belle parole a rendermi tale. Ma mi piace sperare di arrivare ad esserlo, un giorno. Mi piace pensare che in ognuno di noi sia rimasta quella purezza della prima infanzia, che il nostro animo non sia irreversibilmente corrotto. Il male primordiale dentro ognuno di noi diventa estirpabile nel momento in cui riconosciamo la sua esistenza.
Ecco le regole per partecipare
Il testo dovrà essere inviato in formato digitale (file Word o Pdf) all’indirizzo email concorso-letterario@ilmessaggero.it. È necessario allegare anche il modulo di partecipazione scaricabile cliccando qui. Gli elaborati dovranno essere inviati entro il giorno 20 del mese e la proclamazione dei tre vincitori (che riceveranno ognuno un tablet con l’edizione digitale del Messaggero) sarà comunicata sull’edizione cartacea e online del giornale. Anche i premi saranno inviati entro la fine di ogni mese. Gli elaborati saranno pubblicati in tutto o in parte sul giornale e sul sito.
(Il Messaggero)