23 Dicembre, 2024
spot_imgspot_img

Vaccini, Arcuri: “Stiamo accelerando, stanotte saranno 235mila. Pfizer è in ritardo”

Le consegne delle 470mila dosi previste oggi non stanno avvenendo come previsto, una parte consistente della fornitura non è stata inviata dalla casa farmaceutica

Una parte delle 470mila dosi della seconda scorta di dosi del vaccino Pfizer Biontech previste oggi nei vari hub vaccinali di tutta Italia non verrà recapitata e sarà spedita nei prossimi giorni. “Pfizer ha qualche ritardo, ha qualche aggiustamento da fare come è probabilmente comprensibile, si trova alle prese con una distribuzione molto complessa che riguarda tutti i paesi Ue, sono convinto che potranno presto normalizzarsi”, ha detto il commissario straordinario Domenico Arcuri al Tg1.

Il ritardo nella consegna preoccupa, però, e Arcuri guarda con speranza al nuovo vaccino che sta realizzando in Italia Reithera e che ha superato brillantemente la fase uno: “E’ una bella pagina che conferma l’eccellenza della ricerca e della scienza nel nostro paese, siamo confidenti della possibilità di ottnere un vaccino italiano e dipendere meno da altri paesi, ci permetterà di essere autonomi e dare un segnale rassicurante sul contrasto dell’epidemia”.

Intanto, la campagna di vaccinazione accelera, finalmente: “In Italia – ha detto Arcuri in diretta al Tg1 delle 20 – sono state fatte 221.900 vaccinazioni, confido di arrivare a fine giornata ad almeno 235mila italiani vaccinati. Un numero che ci soddisfa, siamo secondi solo alla Germania, ora l’accelerazione deve continuare o accelerarsi ulteriormente”.

Sono ancora nelle celle frigorifere cinque dosi su dieci delle prime 479.700 arrivate in Italia, anche per le difficoltà a reclutare somministratori. Da gennaio dovrebbero iniziare ad arrivarne 15mila e domani in un vertice tra il ministro delle Autonomie, Francesco Boccia, il responsabile della Sanità, Roberto Speranza, le Regioni e lo stesso Arcuri sarà affrontato proprio il tema degli operatori da dedicare ai vaccini.

Quanto alla spedizione prevista oggi “preoccupano i ritardi, è arrivato solo il 40% delle dosi attese”, ha avvertito Alessio D’Amato, assessore alla Sanità del Lazio, che ha annunciato di aver utilizzato il 70% dei vaccini disponibili, il tasso più alto fra le regioni. Nuovi intoppi rischiano di far aumentare il volume della polemica politica, nonostante da Palazzo Chigi definiscano i numeri italiani “già soddisfacenti: pongono il nostro Paese al secondo posto nel continente per quantità di dosi somministrate, alle spalle della sola Germania, che però ha potuto contare su una dotazione iniziale superiore”.

Dalla Presidenza del consiglio assicurano che “la macchina organizzativa sta accelerando e, nel giro di poche settimane, viaggerà a pieno ritmo”. In serata erano oltre 191mila le persone a cui è stata somministrata la prima dose (quasi tutti sanitari), lo 0,45% dei 42 milioni di italiani in questo momento vaccinabili. Numeri di fronte ai quali l’Ordine dei medici e degli odontoiatri chiede un coinvolgimento: “Ancora nessuno ci ha chiamato per partecipare alla campagna – le parole del presidente, Filippo Anelli -: noi medici convenzionati siamo in 60 mila, se vacciniamo 20 persone al giorno ciascuno arriviamo a più di 1 milione di immunizzati ogni 24 ore”.

“Se le Regioni hanno bisogno di aiuto non devono avere problemi a chiederlo”, è il messaggio del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Quelle dove la campagna non decolla sono Calabria (6%), Sardegna (7,5%) e Molise (12%). Poco meglio fa la Lombardia (14%), nonostante abbia il maggior numero di punti di somministrazione, 65 fra cui quello di Pavia in cui nei giorni scorsi sono arrivate da Roma le siringhe sbagliate e si è fatto ricorso alle scorte dell’ospedale, che solo oggi ha ricevuto quelle di precisione da 1 millimetro.

Di fronte all’anomalia lombarda, il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani, ha lanciato un avvertimento, più che una provocazione, alla giunta leghista guidata da Attilio Fontana: “Se non è in grado di attuare la vaccinazione, è giusto che subentri lo Stato esercitando i poteri sostitutivi”. Nicola Magrini, direttore Generale dell’Aifa ha sottolineato come “le dosi che abbiamo basteranno, nei prossimi due mesi e mezzo, a rendere ospedali e Rsa Covid free”.

Poi cominceranno quelle che, secondo gli esperti, sono le fasi più complesse, a partire dalla copertura degli anziani e delle persone fragili: da febbraio tocca agli over 80.

(La Repubblica)

Ultimi articoli