Presentato allo Spallanzani. Lusinghieri gli esiti della prima fase di sperimentazione.
“Oltre il 94% dei soggetti nella fascia d’età 18-55 anni vaccinati con una sola dose ha prodotto anticorpi, ed oltre il 90% ha sviluppato anticorpi con potere neutralizzante nei confronti del virus”.
“Sicuro” e “ben tollerato”. È il giudizio sul vaccino italiano di ReiThera, azienda di Castel Romano. Al momento un ‘candidato vaccino’ sul conto del quale però i primi giudizi sono più che postivi. È quanto è emerso questa mattina al centro congressi dello Spallanzani durante la conferenza stampa di presentazione degli esiti e dei risultati della Fase 1 della sperimentazione del vaccino ReiThera Grad-CoV2.
Presenti tra gli altri il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, l’assessore regionale, Alessio D’Amato, e Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Inmi Spallanzani. Quest’ultimo ha sottolineato che il vaccino non ha avuto “nessun evento avverso grave nei primi 28 giorni dalla vaccinazione”.
E la risposta è più che soddisfacente: “Oltre il 94% dei soggetti nella fascia d’età 18-55 anni vaccinati con una sola dose ha prodotto anticorpi, ed oltre il 90% ha sviluppato anticorpi con potere neutralizzante nei confronti del virus”. Inoltre, “la risposta cellulare, ovvero la produzione di linfociti T indotta dal vaccino specifica contro la proteina spike del coronavirus, è risultata estremamente robusta in tutti i soggetti valutabili nella fascia d’età 18-55 anni, e potenzialmente più elevata di quella dei pazienti con infezione naturale da Sars-CoV-2”.
Un altro dato positivo riguarda le reazioni al vaccino: “Sono state limitate per intensità e durata – ha detto Ippolito – e nessun volontario ha manifestato eventi collaterali di gravità tale da compromettere le attività quotidiane”. Come ad esempio arrossamenti nella zona dell’iniezione, qualche linea di febbre, un po’ di mal di testa. “Le reazioni sono comunque migliori rispetto ai due vaccini Moderna e Pfizer che hanno avuto tutti un numero alquanto elevato di effetti indesiderati”.
Soddisfatto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: “Sono contento e orgoglioso di aver sostenuto quella che a marzo era solo ed esclusivamente una scommessa”. “Grazie alla forza e alla ricerca – ha aggiunto – la scienza italiana sta diventando orgoglio per tutto il Paese”, ha proseguito: “In questo modo entriamo nella competizione positiva tra le grandi comunità che stanno cercando di dare una risposta a questo vaccino”.
Il Lazio, intanto, si conferma la prima regione italiana per numero di dosi somministrate dal 27 dicembre: “Il nostro è un lavoro di squadra”, ha detto l’assessore alla sanita della Regione Lazio, Alessio D’Amato, il quale ha confermato che “la capacità di vaccinare h24 c’è”. Il vaccino italiano viaggia, intanto, spedito verso le fasi successive 2 e 3, al termine delle quali, se non vi saranno imprevisti, avremo a disposizione un nuovo vaccino. Verosimilmente entro la prossima estate.
Presenti alla conferenza stampa anche i Ministri della Salute Roberto Speranza e della Ricerca Gaetano Manfredi, il commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri, il Presidente del CNR Massimo Inguscio e Antonella Folgori, presidente della biotech ReiThera, la quale ha ripercorso la storia del vaccino e del gruppo di lavoro che lo ha messo a punto, utilizzando come vettore un adenovirus di gorilla. “Questo vettore – ha detto – è stato costruito in modo da non replicarsi nell’organismo e non integrare le informazioni genetiche che trasporta nel genoma umano. Nei bioreattori dell’officina di manifattura il vaccino e’ stato poi prodotto per la sperimentazione clinica”
(La Repubblica)