19 Luglio, 2024
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“Anziani a casa, giovani a scuola”: proteste al Miur con striscione ‘infiltrato’

Gli studenti lo disconoscono: “Non è nostro”

La scritta è apparsa in vari momenti delle manifestazioni che si sono svolte oggi sul rientro il classe. Ma sia ragazzi che presidi hanno preso le distanze. “Non ci rappresenta affatto”

“Anziani a casa, giovani a scuola”. Uno striscione dai toni controversi, che sembra un’allusione alla retorica miope dei giovani che “non sono a rischio Covid” (come se essere meno soggetti a complicanze dovute alla malattia non li renda veicoli di contagio per i più fragili) oppure un voler alludere alle raccomandazioni dei virologi alla popolazione più anziana cui viene chiesto di proteggersi, mettendo a confronto (polemicamente) le generazioni.

La scritta è comparsa prima davanti al Miur, durante la protesta di stamane organizzata dal comitato “Priorità alla scuola” con la Rete degli studenti medi, e successivamente è spuntata in piazza Montecitorio, dove era in corso il sit-in del coordinamento dei presidenti di Consiglio d’Istituto in rappresentanza di 40 scuole di Roma e del Lazio.

Ma tutti e tre i gruppi disconoscono lo striscione: l’uomo è un “infiltrato”. “Non ci rappresenta affatto – spiga Daniela Buongiorno, tra i coordinatori della manifestazione a Montecitorio -. Noi non mettiamo i giovani davanti agli anziani. Noi chiediamo di smetterla con i proclami, e di fare un piano davvero sicuro, non all’interno delle scuole, che sono sicure, ma all’esterno di esse.

Un piano trasporti davvero efficace, vorremmo bus dedicati agli studenti, utilizzando le compagnie turistiche rimaste senza lavoro, affinché possano tornare in sicurezza e l’anno scolastico non torni ad essere uno stop and go di quarantene”. Sono stati proprio alcuni presidenti d’Istituto ad accorgersi dello striscione e a chiedere all’uomo che lo aveva portato di riporlo. L’identità dell'”infiltrato” è sconosciuta: si è presentato come un “genitore” che manifestava “in quanto genitore”.

Gli studenti, nel disconoscere la scritta, affermano che l’uomo biascicava, altri che aveva un accento francese, altri che fosse addirittura ubriaco. C’è anche chi gli ha chiesto di quale scuola fosse il figlio, senza ottenere risposta. Anche i genitori di “Priorità alla scuola”, gruppo nato a Firenze da sempre contrario alla didattica a distanza, che si sono presentati davanti al Ministero per chiedere sì il rientro in presenza, ma in condizioni di sicurezza, si sono trovati in disaccordo con i toni dello striscione. Il mistero resta

(La Repubblica)

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