Dopo gli affondi contro la gestione cromatica dell’emergenza sanitaria, il virologo si è espresso sul problema della campagna vaccinale
Ieri l’attacco al governo per la gestione dell’emergenza sanitaria con un’insensata ed incomprensibile tavolozza di colori sparati un po’ a caso, oggi i consigli per ottimizzare la campagna vaccinale, così Matteo Bassetti si è espresso prima sui social network e poi ai microfoni di AdnKronos.
Il calendario delle festività appena trascorse lascia ancora degli strascichi di polemiche, in particolar modo per il continuo e mutevole orientamento cromatico imposto su tutta la Penisola dalla maggioranza giallorossa. “Italia zona rossa, poi arancione, poi gialla, poi di nuovo arancione, ma forse un arancione un po’ più̀ scuro, quasi mattone, poi forse bianca. Non è la lotteria dei colori. È il modo di affrontare la pandemia dell’Italia. C’è confusione”, aveva affondato su Facebook il direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova senza troppi giri di parole. Confusione che va ad aggiungersi ad una gestione grossolana delle vaccinazioni. “Unendo anche la lentezza della campagna vaccinale, se finirà la seconda, la terza ondata sarà̀ durissima”, ha poi aggiunto Basetti, sottolineando il fatto che con questo metodo creato ad hoc per le festività si è perso il senso di quanto costruito fino ad ora. “Avevamo un sistema che seguiva un metodo scientifico con le differenze geografiche nei numeri dei contagi e dei ricoveri nelle varie aree. Era un sistema migliorabile e semplificabile, ma almeno seguiva principi di evidenza e di logica”, ha puntualizzato il virologo. “Si è deciso di passare invece a un sistema su base politica dove i colori vengono decisi a livello nazionale per tutti uguali e non si sa su quali basi. Con tutta questa confusione e poca programmazione fatta con metodo, prevedo tempi nuovamente bui per la sanità̀ italiana”.
Raggiunto da AdnKronos, il membro dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria ha commentato il tema “vaccini”, spiegando che da solo il siero non è sufficiente a garantire una corretta gestione della campagna in corso. “Il vaccino è un ‘pacchetto’, non basta da solo ma servono le siringhe giuste e gli operatori per somministralo. Altrimenti è inutile”, ha precisato Bassetti.”Spero che i problemi riscontrati in alcune Regioni con siringhe non adatte vengano superati e si inizi a correre davvero”.
Gli stessi ospedali non basterebbero, secondo il virologo, a gestire la situazione. “Per una vaccinazione di massa occorre aprire a più centri, non si può continuare a farla solo negli ospedali. Bisognerà far sì che più centri possano partecipare: farmacie, laboratori privati o strutture dell’Esercito”, spiega Bassetti. “Questo se vogliamo arrivare ai numeri impressionati che stanno facendo altri Paesi: dobbiamo allargare e rendere tutto meno burocratizzato”.
“È la campagna di vaccinazione più grande della storia e ci vogliono mezzi straordinari”, afferma quindi in conclusione. “Oggi, ci dicono, che stiamo vaccinando più del resto d’Europa. ma se facciamo 30mila immunizzazioni al giorno quanto ci mettiamo? Dobbiamo viaggiare a 200-300mila per avere immunizzazione entro l’estate“.
(Il Giornale)