Il futuro dell’esecutivo sembra appeso a un filo.
I renziani tengono il punto e minacciano la crisi.
Lo scontro ancora tutto su Recovery e Mes. Ma Pd e Cinque stelle fanno muro: non esiste alternativa a questo premier
A poche ore dal vertice di maggioranza a palazzo Chigi sul Recovery plan il futuro del governo Conte II sembra essere davvero appeso a un filo. Italia viva tiene il punto e rincara gli avvertimenti (“il governo è al capolinea”), insistendo sul pretendere dal premier risposte concrete alle richieste renziane, compreso il ricorso al Mes, altrimenti la delegazione di Iv abbandonerà l’esecutivo. Una posizione che si scontra con il muro innalzato da Pd e M5s: per le due forze di maggioranza non esiste alternativa a Conte.
E mentre si profila un redde rationem al prossimo Cdm, che potrebbe riunirsi domani (anche se la convocazione non è ancora ufficiale), i riflettori si spostano nuovamente in Parlamento, dove se la situazione interna al governo e alla maggioranza giallorossa dovesse precipitare nelle prossime ore, il premier potrebbe volersi presentare – come avvenne in occasione della crisi del governo gialloverde – per una ‘conta’ dagli esiti imprevedibili. Anche perchè, il Pd ha messo ben in chiaro il suo ‘niet’ a un governo che si dovesse reggere su maggioranze “fragili”, ovvero sui voti di una pattuglia di responsabili, che pure al momento non sembra delinearsi, almeno stando alle smentite dei diretti interessati.
“Il tempo è finito”, sentenzia Teresa Bellanova. “Ora devono arrivare le risposte. Conte dovrebbe prendere atto che questa esperienza è al capolinea. Bisogna riscrivere un nuovo patto di governo”, aggiunge la ministra renziana, che torna a rimandare la palla nel campo del premier: “Sono le ultime ore del governo Conte? Dipende da lui, da come vuole affrontare questa situazione di grande emergenza”. Pur mettendo in chiaro che questo governo deve andare avanti, anche il Pd incalza Conte affinchè “prenda un’iniziativa per arrivare a una proposta di patto di legislatura, un’esigenza che con tutti gli alleati di Governo abbiamo condiviso come necessità per dare nuovo slancio all’esecutivo”, scandisce Nicola Zingaretti, che ha riunito la Direzione del partito pronto a riconvocarla se dovessero sopraggiungere sviluppi.
Le parole del leader dem vengono subito ‘sposate’ da Italia viva: “Ciò che ha detto il segretario Zingaretti” sulla necessità di un nuovo patto di legislatura “è condivisibile, ora sta al presidente Conte decidere”, afferma la ministra Elena Bonetti. Sottolineando che “serve un nuovo progetto di governo che offra al Paese una chiarezza nella direzione da adottare”.
Ma il segretario del Pd ha detto anche altro. A partire dal respingere eventuali ‘scenari’ alternativi a cui, è il sospetto degli alleati, starebbe ragionando Matteo Renzi. Innanzitutto il leader dem conferma la lealtà al governo, “lo sosteniamo”. Quindi, Zingaretti torna a paventare il ritorno delle urne: un “rischio reale” che però i dem “non temono”. Quanto a un possibile governo tecnico o di larghe intese, il segretario taglia corto: “Quale altra strada c’è rispetto a questa? Un altro governo, confuso, trasformista, trasversale, tecnico? Nulla di buono tutto ciò porterebbe all’Italia”. Anche il Movimento 5 stelle blinda Conte. Per Luigi Di Maio “questo governo deve andare avanti, il Paese non può rischiare di cadere nell’immobilismo, non sono accettabili giochi di palazzo”. Per il titolare della Farnesina “il problema non è Conte, anzi Conte va rispettato e sostenuto, se dobbiamo discutere di qualcosa non discutiamo di poltrone ma di temi. Se la direzione è quella di individuare un percorso che porti a una maggiore efficienza e concretezza in questo delicato momento storico ben venga”. Insomma, conclude il ministro pentastellato, “lavoriamo tutti a un patto di governo più articolato che dia certezze sui temi ad ogni forza politica, ma insieme a Giuseppe Conte che va rispettato e sostenuto”.
Leu insiste sulla necessità che il governo vada avanti, tanto più dopo i miglioramenti apportati al Recovery plan, che non potrebbero trasformarsi in realtà se si dovesse arrivare alla crisi. Ma, osservano i due capigruppo Federico Fornaro e Loredana De Petris, “è evidente che se si vogliono solo cercare pretesti per una rottura incomprensibile e già decisa a freddo, nessuna disponibilità al dialogo e alla collaborazione sarà mai sufficiente”. Ma Iv non molla la presa: “Per noi va bene che a capo del governo ci sia Conte se cambia il metodo con cui ha guidato il governo e se ci dà risposte precise”, insiste la ministra Bonetti.
(Agi)