La presidente di ReiThera, Antonella Folgori, a La Stampa: “Servono risorse pubbliche, partito il confronto con il governo”
L’Italia avrà il suo vaccino, quello “dell’indipendenza”. Realizzato e prodotto a pochi chilometri da Roma, sviluppato in collaborazione con l’Istituto Spallanzani e finanziato dalla Regione Lazio e dal ministero dell’Università e ricerca. In un’intervista a La Stampa ne parla la presidente di ReiThera, Antonella Folgori, che spiega: “Siamo in attesa di capire i contorni della partecipazione statale, ma il discorso è avviato; di certo ci servono le risorse pubbliche per portare avanti, in parallelo, la sperimentazione e la produzione”.
La domanda più frequente che ora tutti si pongono è legata ai tempi dello sviluppo e della successiva distribuzione. Folgori non vuole parlare di cifre o sbilanciarsi sui tempi, ma è convinta che il vaccino andrà in porto entro l’estate. “Contiamo di avviare la fase 2 nel mese di febbraio e, se tutto va bene, la fase 3 in primavera – spiega – l’obiettivo è quello di concludere la sperimentazione entro l’estate, per poi presentare la richiesta di autorizzazione alle agenzie regolatorie”.
L’entusiasmo è legittimo, ma la presidente di ReiThera avverte che per cantare vittoria bisogna aspettare il prosieguo della sperimentazione: “L’efficacia va valutata su una platea più ampia di volontari, utilizzando un gruppo di controllo a cui viene dato il placebo, non bastano le decine vaccinate nella fase 1 – spiega Antonella Folgori – ora ne coinvolgeremo centinaia nella fase 2 e poi migliaia nella fase 3, quella conclusiva. Ma le indicazioni ottenute ci fanno essere ottimisti rispetto all’obiettivo finale”, aggiunge. “Ovviamente per fare tutto questo servono le risorse”, spiega ancora. Finora sono arrivati 8 milioni di euro dalla Regione Lazio e dal ministero dell’Università e ricerca e adesso si parla di un ingresso dello Stato nel capitale di ReiThera.
“Con il governo interlocuzione ben avviata”
“Il primo contributo è stato fondamentale per farci arrivare fin qui – spiega – ora c’è questa intenzione del governo, confermata dal commissario Arcuri. C’è una interlocuzione ben avviata, vedremo quando si concretizzerà l’intervento statale”. Malgrado non voglia indicare cifre, Folgori spiega che “parliamo di alcune decine di milioni di euro, almeno per iniziare. È fondamentale portare avanti, in parallelo, la sperimentazione clinica e il processo di manifattura, garantendo la produzione su larga scala. Per raggiungere questi obiettivi servono maggiori risorse”, conclude.
Al momento ReiThera può produrre 100 milioni di dosi all’anno (“questa è la nostra scala di riferimento a pieno regime. Quindi, ragionevolmente, 8-9 milioni di dosi al mese”), dunque, se non ci saranno intoppi, ipotizzando il via libera in autunno, potrebbe contribuire con 20-25 milioni di dosi nel 2021. “La speranza è quella di poter fare le prime consegne entro la fine del 2021. È da quasi un anno che lavoriamo pensando solo a questo”, spiega ancora Antonella Folgori, che poi aggiunge, riguardo al possibile prezzo di una singola dose, che “è presto per dirlo, ma sarà in linea con quello delle altre aziende che come noi hanno sviluppato vaccini basati su adenovirus, quindi più vicino ad AstraZeneca che a Pfizer, per capirci. Volendo fare una stima – conclude – direi tra i 5 e i 10 euro per ogni dose”.
(Agi)