13 Novembre, 2024
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Lazio in zona arancione ma Porta Portese è aperto

Poca gente, qualche assembramento

Abitanti perplessi: “Perché, a questo punto, non far lavorare i ristoranti?”. L’assessore al Commercio del municipio XII. “La norma consente ai commercianti di aprire, in base a una vecchia circolare interpretativa del ministero dell’Interno, ma posso capire che i cittadini lo trovino paradossale”

Poca gente e qualche assembramento. Questa mattina, quando i cittadini che abitano in zona si sono affacciati e si sono accorti che il mercato domenicale di Porta Portese fosse aperto, sono rimasti di sasso, specialmente dopo le polemiche dei mesi scorsi, quando si erano registrate anche code e capannelli. “Eppure – spiega Fabio Rossi, assessore al Commercio del XII municipio – la norma consente ai commercianti di aprire, in base a una vecchia circolare interpretativa del ministero dell’Interno, ma posso capire che i cittadini lo trovino paradossale”. E in effetti, nemmeno nell’infografica pubblicata sul sito della Regione si fa riferimento esplicito ai mercati.

Già: nonostante, forse complice il tempo, il mercato conti poca gente, gli abitanti della zona sono piuttosto risentiti. “Perché, a questo punto, non far lavorare i ristoranti?”, si chiede la signora Paola T., mentre rientra nel portone della sua abitazione. E indica qualche assembramento che, in effetti, c’è, specialmente in alcuni banchi dove t-shirt e maglieria varia viene data via per pochi euro. E dove la strada si restringe, come a via Bargoni, all’inizio di via Ippolito Nievo e in via Napoleone Parboni, c’è anche un po’ di coda, nonostante tutti abbiano la mascherina e nonostante alcuni commercianti mettano a disposizione anche il gel igienizzante. “Non lo so fin quando potremo rimanere attivi, ma finché dura… per noi è lavoro”, dice un commerciante che vende prodotti d’antiquariato. “Oggi? Poca gente e nessun affare, per il momento”, aggiunge, prima di tornare a guardarsi intorno in attesa che il prossimo potenziale cliente rappresenti “l’affare del giorno”.

(Valentina Lupia, La Repubblica)

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