La difesa: “Il giudice lo priva dei diritti civili”
Il legale del leader della Lega a giudizio per vilipendio aveva giustificato l’assenza del suo assistito «vista l’attuale situazione politica» ma il giudice di Torino ha fatto proseguire l’udienza
TORINO. Respinta dal Tribunale di Torino la questione di legittimo impedimento sollevata dalla difesa di Matteo Salvini per l’udienza di oggi del processo in cui il leader della Lega è imputato di vilipendio alla magistratura. L’avvocato Claudia Eccher aveva motivato la questione con il fatto che Salvini, da lei definito «capo del centrodestra», era impossibilitato a partecipare da impegni legati all’attuale situazione politica. Il giudice Roberto Ruscello ha deciso diversamente e ha disposto la prosecuzione dell’udienza, che è ripresa con la testimonianza di Alessandro Canelli, sindaco di Novara.
Durissimo il commento dell’avvocato Eccher: «è un ordinanza che priva la persona dei suoi diritti civili. Non riconoscere un legittimo impedimento al senatore Salvini in un momento di crisi emergenziale del governo mi pare che sia un fatto abbastanza grave». E aggiunge: «Salvini ha interesse a difendersi nel processo, non dal processo. Per far questo però gli deve essere anche riconosciuta la necessità di espletare le sue attività politico istituzionale. Per noi la crisi del governo impone come leader del centrodestra qualificato dai sondaggi pubblicati, che lui dovesse essere a Roma. In questi momenti il centrodestra si deve confrontare, sedere al tavolo e verificare gli scenari del paese. Per noi l’impedimento era assolutamente legittimo e andava riconosciuto nonostante oggi non fossero calendarizzati impegni al Senato ma alla Camera. Mi pare una forzatura dire che non ci sia legittimità».
L’episodio contestato a Salvini risale al 14 febbraio 2016 quando, durante il congresso regionale della Lega tenutosi a Collegno, nel Torinese, Salvini, allora europarlamentare, pronunciò alcune frasi sulla magistratura ritenute offensive. In precedenza l’accusa aveva chiesto che venissero acquisiti alcuni fermo immagine del filmato del congresso già acquisito in precedenza e alcune fotografie e di sentire eventualmente anche due testimoni che avevano scattato le foto. Alla richiesta si è opposta l’avvocato Eccher. Il giudice ha ammesso la produzione documentale riservando ogni decisione in merito a ulteriori testimonianze al termine dell’istruttoria.
(La Stampa)