28 Dicembre, 2024
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Governo, sì del Senato alla fiducia con 156 voti

Ma scoppia il caso Ciampolillo. Sì dei forzisti Rossi e Causin. Meloni e Salvini: “Ci rivolgeremo al Colle”. Conte: “Cercheremo maggioranza più forte”

 

Con l’esame delle telecamere dell’Aula è stato verificato che l’ex M5S e il senatore del Psi Nencini hanno votato prima della chiusura della seconda “chiama” 

 Al Senato il governo incassa la fiducia con 156 sì, 140 no e 16 astenuti, ma è bagarre prima della proclamazione del risultato. Tutto per il voto in extremis dei senatori Ciampolillo (ex M5S) e del Psi Nencini. Dopo l’esame dei video delle telecamere dell’Aula, è stato verificato che i due avevano annunciato il loro voto prima che la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, chiudesse la votazione. Ma ci sono state contestazioni e la procedura è stata a lungo in sospeso.

I sì ottenuti (156) sono stati di sette voti superiori alla maggioranza che era fissata a quota 149. “Se non ci sono i numeri il governo va a casa”, ha detto nel pomeriggio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte proprio nel giorno più difficile per il suo esecutivo. E dopo il voto: “Ora rendiamo la maggioranza più solida”. I senatori di Italia viva si sono astenuti mentre, a sopresa, due forzisti, Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin, hanno votato sì alla fiducia, come fatto ieri alla Camera dall’ormai ex azzura Renata Polverini.

Il leader di Iv, Matteo Renzi, ancora una volta nel pomeriggio ha sferrato un duro attacco al premier per il  “mercato indecoroso di poltrone” e ha chiarito: “Serve un esecutivo più forte”. Parole a cui il premier, altrettanto duramente, ha replicato: “Sono sempre stato disponibile al dialogo, ma Iv ha scelto la via dell’arroganza”. Alla fine Renzi ha comunque esultato: “Davvero Conte se la sente di andare avanti con questi numeri? Se la sente di fronte alla pandemia di andare avanti così? Non hanno i numeri nelle commissioni”.

Tornando ai voti, i renziani, come già avvenuto ieri alla Camera, si sono astenuti. La linea è stata decisa nel pomeriggio in un’assemblea, anche se nel gruppo di Italia viva i senatori Ernesto Magorno e Gelsomina Vono avevano espresso la volontà di votare no. Dello stesso parere anche una nutrita pattuglia di altri renziani. I senatori del Misto, Pier Ferdinando Casini e Mario Monti, hanno annunciato il loro sì alla fiducia, come l’ex 5S Gregorio De Falco. L’Udc, invece, ha votato no come il centrodestra. “Non cercate volenterosi, ma complici per non perdere poltrona”, ha attaccato il leader della Lega Matteo Salvini rivolgendosi a Conte. Che poi ha citato una frase shock nei confronti dei senatori a vita (in Aula presente Liliana Segreaccolta in mattinata da un lungo applauso) pronunciata, sostiene, da Beppe Grillo: “O non muoiono mai o muoiono troppo tardi”, ha detto Salvini suscitando le proteste di maggioranza e opposizione.

Nel suo discorso Conte questa mattina ha rinnovato l’appello ai volenterosi che hanno a cuore il destino dell’Italia, ha ricordato Emanuele Macaluso, storico dirigente comunista scomparso oggi e ha citato Mattarella. Ha affrontato il tema della crisi: “È complicato governare con chi dissemina mine nella maggioranza”. E ha ricordato che la riforma della legge elettorale verso il proporzionale si farà “con il Parlamento”.

(La Repubblica)

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