24 Novembre, 2024
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Crisi di governo, Conte da Mattarella: incontro interlocutorio

Sette giorni per salvare l’esecutivo. Vertice con gli alleati: “Allargare la maggioranza”.

Renzi: “Conte dimezzato”. 

L’ex Fi Causin: “Altri 10-15 azzurri avrebbero votato sì”. Ok allo scostamento di bilancio da 32 miliardi

Roma, 20 gennaio 2021 – La crisi di governo prosegue, e il giorno dopo aver incassato la fiducia in Senato –  con la bagarre della ‘Var’ decisa dalla presidente Casellati (VIDEO) dopo il ‘giallo’ di Lillo Ciampolillo – Giuseppe Conte cerca il rilancio del suo governo e oggi alle 18.30 è salito in Quirinale da Mattarella, senza prima dimenticare di salutare il giuramento di Biden e Harris alla Casa Bianca come “un grande giorno per la democrazia”.  Intanto l’opposizione va alla carica, come ha fatto già subito dopo il voto, chiedendo a gran voce di tornare alle urne e appellandosi al Presidente della Repubblica.

L’incontro con Mattarella

Quello al Colle – durato meno di 50 minuti – è stato un incontro “interlocutorio”, si apprende dal Quirinale, “per riferire” sullo sviluppo della situazione politica alla luce della fiducia avuta dal Governo da Camera e Senato. Da parte del presidente della Repubblica c’è la totale consegna del silenzio, ma visto che una settimana fa il Capo dello Stato aveva chieso di “uscire velocemente dall’incertezza”, tutto fa pensare che anche oggi un occhio al calendario sia stato dato. Sull’incontro di oggi, bocche cucite al Quirinale, ma l’ipotesi è che il presidente non abbia dato suggerimenti, per rispettare alla lettera il suo ruolo di arbitro super partes in questa situazione così complicata e non abbia nascosto la sua preoccupazione di fondo.

Conte: allargare la maggioranza

Per andare avanti la strada del premier è obbligata: deve allargare la maggioranza e garantire al suo governo una navigazione più tranquilla dopo l’addio di Italia viva. Questo il senso del suo tweet a caldo dopo il voto: “Ora l’obiettivo è rendere ancora più solida questa maggioranza”. E questo è il proposito che è uscito dalla riunione del pomeriggio con gli alleati di governo. Nicola Zingaretti lo incalza già di primo mattino: “Occorre voltare pagina, rafforzare e ampliare la forza parlamentare di questo governo” afferma il segretaio Pd. Concetti ribaditi anche nel vertice di maggioranza: l’incontro è durato tre ore, presenti Vito Crimi e Alfonso Bonafede per il M5S, Nicola Zingaretti e Dario Franceschini per i dem, Roberto Speranza per Leu. I contenuti? Avanti con il percorso di rafforzamento della maggioranza e di scrittura del nuovo patto di legislatura. L’idea resta quella di dar vita a un nuovo gruppo parlamentare proprio per superare le difficoltà alle Camere.

Alcune mosse Conte le aveva anticipate già ieri, nel suo discorso in Senato: un rimpasto della squadra dei ministri, la ricerca di altri deputati e senatori che diano la fiducia al governo, l’arrivo in maggioranza di un gruppo di europeista e di centro strutturato. Ma bisogna correre:  ‘tregua’ che le Camere daranno all’esecutivo durerà solo il tempo di varare lo scostamento di bilancio (che in effetti è stato approvato oggi da Camera e Senato quasi all’unanimità), e il nuovo dl ristori.

Renzi: è un premier dimezzato

Nella e-News di oggi, Matteo Renzi gongola: “Il Governo Conte – perdendo Teresa, Elena e Ivan – ha perso anche la maggioranza assoluta al Senato. Chi conosce la politica sa cosa questo significa nell’attività parlamentare e nella credibilità istituzionale. Dopo il Conte 1, dopo il Conte Bis ora siamo al Conte dimezzato”. Poi tende la mano:  “Noi siamo sempre impegnati per l’interesse del Paese e sempre pronti a dare una mano facendo sentire in Aula il peso della nostra presenza”.

Ma non tutta Italia Viva è contenta dello strappo: il senatore Iv Eugenio Comincini spiega: “Se Iv va all’opposizione non me la sento di andarci anche io: farò tutto il possibile per ricucire”.

Sette giorni per salvare il governo

Non c’è più di una settimana per reclutare altri ‘costruttori’ che rinforzino la maggioranza: mercoledì 27 gennaio Camera e Senato voteranno la relazione sullo stato della Giustizia. “Voteremo contro”, ha annunciato Matteo Renzi. Che, qualche giorno fa, ammetteva candidamente: “Mi sto ancora mangiando le mani per non avergli votato la sfiducia”. L’Iv Luciano Nobili incalza: “O accade un fatto politico e si avvia un vero dialogo oppure voteremo contro e credo proprio che il governo andrà sotto”.  Parole, quelle dei renziani, che hanno fatto alzare le ‘antenne’ al centrodestra, pronto a contribuire a creare l’incidente. A questo punto si fa vivo il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: “Mi limito a osservare che, nonostante Renzi parli sempre di contenuti e di merito dei temi, ha preannunciato il voto contrario a una relazione che non ha ancora letto. Il paradosso, fra l’altro, è che la Relazione verterà anche su quello che è stato fatto dal governo in tema di giustizia nel 2020 insieme a Italia Viva”.

Causin: altri 10-15 azzurri erano pronti

“Ci sono almeno 10-15 senatori di Forza Italia che avrebbero fatto quello che ho fatto io e che si sono anche confrontati con me. Poi però non lo hanno fatto per una questione di calcolo. Non hanno avuto il coraggio di esporsi mediaticamente e non erano sufficientemente liberi”, spiega Andrea Causin, espulso da Forza Italia dopo aver votato la fiducia a Conte. Poi attacca: “Non ho mai fatto mistero del mio disagio rispetto a un centrodestra che in questi mesi è diventato sempre più a trazione ‘fascio-leghista’, soprattutto per certi toni utilizzati dalla leader di Fratelli d’Italia”.

L’ex grillina Tiziana Drago, che ieri ha votato no in Senato alla fiducia a Conte, ora tiene la porta aperta al governo dopo che nella sua replica il premier è partito proprio dalle considerazioni della senatrice Drago sul tema della denatalità, annunciando interventi per contrastare il calo demografico.

In merito a Mariarosaria Rossi, la fedelissima che ieri ha votato la fiducia a Conte, Silvio Berlusconi commenta: “Non so cosa possano averle promesso”. Dopo essere stata espulsa da Forza Italia, Rossi medita di passare a breve al gruppo Misto, qualcuno sussorra che il suo obiettivo sia di partecipare a un progetto politico di ampio respiro e di stampo centrista, con punto riferimento il premier. Ma lo strappo dell’azzurra agita anche la Lega. Pare che durante il vertice di centrodestra Salvini abbia chiesto a Berlusconi collegato via zoom dalla Francia: Silvio cosa sta succedendo? Il Cav, riferiscono, avrebbe assicurato che Fi è e resterà unita e si tratta solo di casi isolati.

Ok allo scostamento di bilancio

Sullo scostamento di bilancio da 32 miliardi i leader del centrodestra, in nota congiunta dopo il loro vertice, avevano dichiarato il loro voto favorevole  “nonostante le forzature del governo e le continue scorrettezze”. E così il provvedimento passa: al Senato un via libera quasi all’unanimità: i sì sono stati 291, i no zero e un voto di astensione. Anche la Camera ha approvato: con 523 voti favorevoli, tre contrari e due astensioni la risoluzione di maggioranza.

Ma tra i banchi dei deputati, all’ultima dichiarazione di voto del pentastellato Leonardo Donno sullo scostamento di Bilancio, è scoppiata la bagarre, con il centrodestra (in particolare i deputati di FdI), che insorge, intona cori e lancia fogli nell’emiciclo, lasciando i propri banchi. Roberto Fico ha sospeso la seduta per alcuni minuti. A far scoppiare la protesta sono alcuni passaggi dell’intervento di Donno che parla dei sacrifici delle partite Iva e di “chi è costretto a svegliarsi tutte le mattine alle sei”. Apriti cielo: scoppia il caos e Donno precisa: “Non volevo offendere nessuno, stavo parlando del sottoscritto”.

(Quotidiano.net)

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