«Il premier tiene in ostaggio il Senato, ha perso il contatto con la realtà e pensa solo a sé.
Si deve decidere il destino dei fondi europei, scegliere pe r il futuro, ma non abbiamo avuto risposte»
Senatore Matteo Renzi, leader di Italia Viva, lo scontro di Palazzo Madama con Conte si è chiuso senza vincitori. C’è solo l’Italia che perde. Che non ha una maggioranza vera, un “Progetto forte”.
Non era un match tra due ego, ma un confronto politico sul futuro del Paese. Io ho chiesto al governo di fare un salto di qualità. Di pensare ai giovani, alla sanità, alla crisi economica, all’ambiente, al Terzo settore. Conte pensa di avere il governo migliore del mondo, io credo si possa fare meglio
È tutta colpa del presidente del Consiglio?
Noi vediamo ritardi nella scuola, un’Italia maglia nera nell’economia. E purtroppo devo verificare che siamo messi peggio di tutti gli altri quanto a rapporto tra popolazione e decessi Covid. Non è certo colpa di Conte se c’è il Covid. Ma tocca al governo fare un salto di qualità nella risposta. Noi chiediamo solo di fare meglio vaccinando gli insegnanti, spendendo i soldi del Mes, lavorando sull’occupazione giovanile e non sui sussidi.
Conte qualche passo verso di lei l’ha fatto… Ha rivisto il Piano di rilancio, ha raddoppiato i fondi alla Sanità, ha annunciato di cedere la delega ai Servizi segreti…
Abbiamo dovuto lottare, battere i pugni sul tavolo, chiedere udienza, andare in tv. Alla fine abbiamo ottenuto qualcosa solo dopo le dimissioni di Teresa Bellanova, Elena Bonetti e Ivan Scalfarotto, tre persone che hanno dimostrato con i fatti che le idee vengono sempre prima delle poltrone. Per Conte è il contrario: prima viene il suo destino personale, poi il bene comune. Ma se non ha i numeri, tiene in ostaggio il Senato.
Adesso si decide. Dei fondi Ue, del rientro a scuola, dei posti di lavoro, del piano vaccinale.
Di queste cose la politica deve occuparsi e, se non lo fa, è colpevole.
Dire che c’è la pandemia e dunque va sospesa anche la democrazia, significa snaturare la nostra Costituzione.
Mi hanno attaccato perché abbiamo posto questi temi ora, ma non mi fermo
Lei gli ha dato dell’anti-democratico.
No. Ho solo citato un intervento di un senatore del Pd, Luigi Zanda, che ha chiesto di cambiare metodo in Parlamento e con i decreti. La democrazia richiede risposte in Parlamento. Adesso che facciamo per riaprire le scuole vaccinando gli insegnanti, per dare più soldi alla sanità col Mes, per dare un lavoro ai giovani e non il reddito di cittadinanza, per sbloccare i cantieri anziché dire sempre no? Noi abbiamo chiesto delle risposte politiche, non facciamo polemiche personali.
Conte vi accusa di essere diventati il partito degli “aggressori”.
E questa è una menzogna. Non replico come dovrei solo per rispetto istituzionale al presidente del Consiglio. Dico però che più di un mese fa abbiamo scritto una lettera con le nostre proposte. Non ha nemmeno risposto. Le sembra il modo di fare? Un partito della coalizione ti scrive una lettera con tutti i punti di discussione e tu neanche rispondi? E noi saremmo gli aggressori?
Eppure oggi – sondaggi alla mano – Conte è più “popolare” di lei.
La parola popolare mi evoca il messaggio di don Sturzo ai liberi e forti, non i sondaggi. E fatico a pensare cosa penserebbe don Sturzo della stravagante coalizione che Conte ha al Senato e che sta cercando acquisto dopo acquisto di fare diventare maggioranza: da Mastella a Di Battista, dal no-vax a Mario Monti. Poi, quando il sondaggio diventa l’unica cosa che interessa i politici, non siamo più in Parlamento, siamo al “Grande fratello”.
Ora Conte potrebbe sferrare l’attacco finale contro Italia Viva e moltiplicare le pressioni sui suoi parlamentari.
Se deve farlo, almeno faccia presto. Lo spettacolo del mercato allestito a Palazzo Madama è indecoroso. Uno show triste che l’Italia non merita. I 5 stelle sono passati dall’”uno vale uno” all’”uno vale l’altro”. Il Pd, oramai immobile, rinuncia a ogni connotazione riformista. Chiedo a Conte: non telefonare ai senatori, telefona alla Pfizer per sapere perché hanno ridotto i vaccini.
Gli italiani vogliono capire che cosa succede e perché la crisi adesso.
Adesso si decide il destino dei fondi europei. Adesso si decide il rientro a scuola. Adesso possiamo salvare decine di migliaia di posti di lavoro. Adesso si fa il piano di vaccinazione. Di queste cose la politica deve occuparsi e se non lo fa è colpevole. Dire che c’è la pandemia e dunque va sospesa anche la democrazia significa snaturare la nostra Costituzione. Mi hanno attaccato perché abbiamo posto questi temi adesso, ma sono un parlamentare e mi pagano per questo. Non mi fermo. Non rinuncio alle mie idee e ai miei principi. Ecco, in quel caso meriterei di essere attaccato.
Poteva nascere un governo a guida Pd se il partito fosse stato più coraggioso?
Un maggior coraggio del Pd sarebbe ancora importante, un minor coraggio del Pd sarebbe invece impossibile.
Ma intanto tutto è fermo. Si sente corresponsabile della paralisi?
No. Noi ci siamo. Ancora ieri abbiamo votato lo scostamento di bilancio in Senato. Dipende dal governo, non da noi. Noi facciamo e faremo la nostra parte.
Cosa si attende dal confronto tra Conte e il capo dello Stato?
Qualsiasi cosa deciderà il presidente della Repubblica avrà il nostro pieno consenso. In una partita difficile l’ultima cosa da fare è contestare l’arbitro. Sergio Mattarella gode della nostra incrollabile fiducia.
Un nodo è la governabilità: in quasi tutte le commissioni non c’è maggioranza.
Anche per questo suggerirei più prudenza a chi vuole fare senza di noi. Senza Italia Viva non c’è maggioranza nemmeno nelle commissioni.
Lei da premier portò il meglio dell’Italia alla Casa Bianca, ora il “Financial Times” la definisce “distruttore”
Mi definisce così dal 2011. L’espressione “demolition man” è la traduzione della parola “rottamatore”.
I 222 miliardi del Piano di rilancio non sono automatici, sono sottoposti a verifiche. Affidarli alla maggioranza uscita ieri dal Senato la spaventa?
Non c’è una maggioranza. Non esiste. Dal voto in Senato sono uscite due minoranze e il fatto che Conte continui a far finta di nulla pur di non lasciare lo scranno non mi spaventa, mi dispiace. Soprattutto per lui.
(Avvenire)