29 Dicembre, 2024
spot_imgspot_img

Salvini, Meloni e Berlusconi chiedono di andare a votare. Ma il centrodestra non è compatto

La componente ‘allargata’ nicchia sulla prospettiva di elezioni anticipate.

I tre leader a colloquio per un’ora da Mattarella: “Con questo parlamento non si può lavorare”

 

Un’ora di colloquio con Sergio Mattarella per esprimere ‘de visu’ al capo dello Stato la “preoccupazione” manifestata già in pubblico nei giorni scorsi per la situazione politica del governo e della maggioranza, in un momento così difficile per il Paese.

Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani sono stati ricevuti al Quirinale, all’indomani dell’incontro tra il presidente della Repubblica e il capo del governo Giuseppe Conte. I leader dell’opposizione, si legge nella nota congiunta diffusa al termine del colloquio, “hanno manifestato al presidente, a nome dell’intero centrodestra, la grande preoccupazione per la condizione dell’Italia”.

“Mentre emergenza sanitaria ed economica si abbattono su famiglie e imprese, il voto di martedì ha certificato l’inconsistenza della maggioranza”, sottolineano Salvini, Meloni e Tajani. “È convinzione del centrodestra che con questo Parlamento sia impossibile lavorare”, aggiungono, ribadendo la “fiducia nella saggezza” del capo dello Stato.

Il Colle non commenta il colloquio: il presidente della Repubblica ha ascoltato le osservazioni dell’opposizione, molto chiara nelle sue richieste. Netta è la presa di posizione di Lega e Fratelli d’Italia a favore del voto politico anticipato. “Ci fidiamo solo degli italiani: meglio investire due mesi di tempo, dando la parola agli italiani e poi lavorare tranquilli per i prossimi 5 anni. Non si possono rivedere le scene che gli italiani hanno visto al Senato in queste settimane”, scandisce Salvini, in una dichiarazione. “Con tre milioni di italiani che rischiano di perdere il lavoro, cinquecentomila negozi e imprese che hanno già chiuso, otto milioni di studenti e un milione di insegnanti in difficoltà non si può continuare ad assistere alla compravendita dei senatori, a un governo senza idee, visione, senza maggioranza: l’abbiamo detto al presidente della Repubblica”.

“La nostra convinzione – aggiunge dal canto suo Meloni – è che il problema non sia semplicemente il governo ma questo Parlamento, che non può risolvere i problemi della nazione e che non può dare all’Italia una maggioranza compatta per fare le cose coraggiose delle quali c’è bisogno”.

Per quanto riguarda Forza Italia, Silvio Berlusconi – si fa notare – ha espresso fin dall’inizio perplessità rispetto alla possibilità di andare al voto anticipato in piena pandemia ma ora le condizioni sono cambiate e da qualche tempo il Cavaliere sostiene che, piuttosto che perdere due anni nell’immobilismo, forse sarebbe meglio andare a votare.

Ma il centrodestra allargato non è affatto compatto su questo, con Cambiamo di Giovanni Toti che da giorni propende per l’opzione governo di larghe intese, così come parte di Forza Italia, per esempio, la vice presidente della Camera Mara Carfagna, che oggi ha chiesto una soluzione di “salvezza nazionale”.

La Lega, poi, non è esattamente un blocco monolitico a favore del voto anticipato. Luca Zaia ha detto che non sarebbe contrario alla formazione di un governo di larghe intese; ed è noto che quest’ultima è da tempo l’opzione prediletta di Giancarlo Giorgetti, che ha spesso ha consigliato a Salvini di insistere con maggiore convinzione su questa via (liquidata come “fantasiosa” anche solo ieri dal segretario leghista).

Nel fronte del centrodestra, infine, restano comunque i timori su possibili smottamenti in FI e nell’Udc a favore della maggioranza. E agitano la coalizione anche le voci di possibili incontri tra esponenti di FI o dell’Udc e chi starebbe lavorando alla formazione della cosiddetta ‘terza gamba’ a sostegno di Conte.

La notizia dell’indagine su Lorenzo Cesa ha ulteriormentedisorientato il fronte dell’opposizione, dal momento che era proprio il segretario dell’Udc dimissionario finora ad aver garantito agli alleati sulla tenuta del gruppo, quantomeno nei vertici di coalizione.

Salvini ha poi voluto allontanare subito qualsiasi sospetto sulla Lega, annunciando la nomina di Giacomo Francesco Saccomanno, definito “avvocato anti-‘ndrangheta”, a nuovo responsabile della Lega in Calabria.

(Agi)

Ultimi articoli