Scoppia il caso Lombardia: una settimana in rosso per un errore, tornerà in arancione
Dopo cinque settimane di aumento l’indice del contagio cala: 0,97. La Cabina di regia: “Siamo ancora un una fase delicata”.
Polemiche sui dati sbagliati che hanno portato la Lombardia in zona rossa e che oggi sono stati rettificati.
Ma la Regione ribatte: “Nessuna rettifica ma aggiornamento”. Anche la Sardegna arancione
Scende sotto l’1 l’Rt medio italiano e la situazione nelle Regioni è in miglioramento ovunque. Solo la Sardegna, in base al monitoraggio della Cabina di regia va verso il passaggio dal giallo all’arancione. Passa nella stessa zona anche la Lombardia ma non per i dati di questa settimana bensì di quella precedente. Era stata messa in rosso ma c’è stato un errore e andava invece inserita in zona arancione, dove entrerà adesso. Il 20 ha mandato una rettifica dei numeri della scorsa settimana che fa passare l’Rt da 1,4 a 0,88.
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Dopo cinque settimane consecutive di aumento il valore, l’indice di contagio scende. Venerdì scorso era arrivato a 1,09, oggi è 0,97. E’ quindi sotto la soglia considerata a rischio. Probabilmente si assiste all’effetto di riduzione dei contagi delle chiusure del periodo natalizio, quando l’Italia è stata quasi sempre zona rossa, con alcuni giorni arancioni.
La situazione nelle Regioni
Riguardo alle Regioni, restano in zona gialla Campania, Toscana, Basilicata, Molise, Provincia di Trento mentre appunto la Sardegna è destinata a cambiare colore. In arancione sono confermate Abruzzo, Calabria, Emilia, Friuli, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria, Val d’Aosta. Anche il Veneto dovrebbe restare nella stessa situazione ma si capirà nelle prossime ore. Rosse sono invece Lombardia, Provincia di Bolzano e Sicilia.
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In Genere l’Rt scente in tutte le realtà locali, così come il rischio. Proprio per questo solo una Regione vede un peggioramento di scenario. Sopra l’1, considerando solo il dato inferiore dei due usati per calcolare la media, ci sono solo la Puglia (con 1,06, che è in linea con la zona arancione nella quale già si trova) e la Sicilia con 1,23. Il rischio alto lo hanno Provincia di Bolzano, Sicilia, Umbria e la Sardegna, che per questo dato passa in arancione. Tutte le altre Regioni questa settimana hanno una situazione da giallo. Restano dove sono perché bisogna stare per due settimane con i dati migliori prima di spostarsi in una zona con meno limitazioni.
Polemiche con la Lombardia
Non è mai stata così lunga la Cabina di regia, che oggi è iniziata alle 12.30 ed è stata riaggiornata alle 16. A dilatare i tempi è stata la questione Lombardia, dove tra l’altro alcuni sindaci hanno chiesto che le loro città vengano tolte dalla zona rossa. La Regione ha inviato una richiesta di rettifica dei dati della settimana scorsa che farebbero passare l’Rt da 1,4 a meno di 1 ma con rischio alto e quindi sono da zona arancione. Gli esperti hanno accettato la proposta e quindi la Regione guidata da Attilio Fontana va verso il passaggio in Arancione. Questa settimana, come quasi tutte, avrebbe dati da giallo ma le regole fissate dai Dpcm vogliono che si resti almeno due settimane in un colore prima di poter passare a misure meno pesanti. Adesso nessuno vuole prendersi la responsabilità dell’errore dell’altra settimana. I numeri sui quali si basa il monitoraggio vengono comunicati e certificati dalle stesse Regioni. L’errore quindi potrebbe essere proprio dell’assessorato lombardo ma Fontana respinge le accuse e ributta la palla su Roma. Comunque sia, ha sancito oggi la Cabina di regia, l’errore c’è stato.
E nella relazione sul caso Lombardia fatta dall’Istituto superiore di sanità si spiega che il 20 gennaio la Regione ha mandato l’aggiornamento dei dati e una “rettifica relativa anche alla settimana 4-10 gennaio”. In particolare è stato cambiato il numero dei casi nei quali si riporta la data di inizio dei sintomi e tra questi quelli per i quali è indicato lo stato clinico. Il cambiamento è significativo perché l’Rt viene calcolato proprio sui sintomatici. Ebbene coloro per i quali è indicata la data di inizio dei sintomi nella rettifica sono passati da 419,362 per 100mila abitanti a 414,487. Nel frattempo i sintomatici sono calati, scendendo da 185,292 a 167,638 e gli asintomatici cresciuti (da 234,070 a 246,849). Gli assoluti cambiano notevolmente, visto che le persone incluse nel calcolo dell’Rt, cioè le persone ai quali i sintomi sono venuti tra il 15 e il 30 dicembre passano da 14.180 della comunicazione della scorsa settimana a 4.918 di questa. In questo modo l’Rt scende da 1,4 a 0,88. E la Regione va considerata arancione perché ha comunque il rischio alto.
Regione Lombardia: “Nessuna rettifica ma aggiornamento”
“Nessuna richiesta di rettifica, ma un necessario aggiornamento di un ‘campo del tracciato’, tracciato che quotidianamente viene inviato all’Istituto Superiore di Sanità”. Lo scrive in una nota Regione Lombardia. “Azione, condivisa con l’Istituto Superiore di Sanità – prosegue la nota – resasi necessaria a fronte di un’anomalia dell’algoritmo utilizzato dall’Iss per l’estrazione dei dati per il calcolo dell’Rt, segnalata dagli uffici dell’assessorato al Welfare della Regione e condivisa con Roma”.
Gli esperti: “Fase ancora delicata”
La situzione, scrive la Cabina di regia, “resta in una fase delicata e un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale. Tale tendenza a livello nazionale sottende infatti forti variazioni inter-regionali, con alcune Regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica e il relativo impatto, uniti all’elevata incidenza, impongono comunque incisive misure restrittive”.
Sempre gli esperti osservano “una lieve diminuzione dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 gg, cioè 339,24 casi per 100mila abitanti tra il 4 e il 17 gennaio contro i 368 dal 28 dicembre al 10 gennaio”. Comunque sia “l’incidenza su tutto il territorio è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100mila n sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate”.
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Sempre nel report si osserva “una diminuzione del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile nel Paese dovuta principalmente ad una diminuzione della probabilità di trasmissione di SARS-CoV-2 ma in un contesto in cui l’impatto sui servizi assistenziali rimane alto nella maggior parte delle Regioni/PPAA”. Sono 9 le Regioni dove resta il rischio di epidemia non controllata.
(La Repubblica)