19 Novembre, 2024
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Federica Brignone terza nel superG di Crans Montana vinto da Lara Gut, Goggia esce a pochi metri dalla fine

Gionata dolceamara per la valanga rosa.

Quarta Francesca Marsaglia e ottava Marta Bassino, ma Sofia ed Elena Curtoni sbagliano il salto finale quando erano in lotta per il podio

 

Si ferma Sofia Goggia, che si “fuma” il secondo posto nel superG di Crans con un errore sull’ultimo salto che le fa mancare una porta a un soffio dal traguardo, ma non si ferma l’Italia dello sci femminile. Lara Gut-Behrami, sulle nevi di casa e nella specialità da lei preferita, è imbattibile, ma alle sue spalle, dopo l’austriaca Tamara Tippler, spunta Federica Brignone. E dopo la valdostana, ecco Francesca Marsaglia, al secondo miglior risultato della carriera nella Coppa del Mondo dopo un podio in libera. Sempre guardando alle prime 10, all’ottavo posto c’è Marta Bassino: la cuneese non ripete il secondo posto di St. Anton, ma non scarroccia eccessivamente nella classifica anche in considerazione del fatto che dopo un bello spavento nell’atterraggio successivo a un salto Marta ha preferito alzare il piede dell’acceleratore. Insomma, le azzurre ci sono sempre (a punti va anche la giovane Laura Pirovano, ventiduesima) e se non c’è l’acuto del successo non manca la conferma in termini di quantità.

La gara

Tra l’altro, non è stata una gara semplice. Il tracciato disegnato da Giovanni Feltrin, responsabile delle nostre sciatrici polivalenti, assecondava molto bene le caratteristiche della pista del Mont Lachaux, ma in un punto, una porta cieca seguita da un salto, pretendeva la massima precisione. Non l’hanno avuta e sono uscite o addirittura cadute, Petra Vlhova, leader della Coppa del Mondo che una volta tanto non aggiunge punti al suo primato, l’austriaca Venier e la svizzera Holdener. Erano tre delle prime cinque a scendere (la quarta era Michelle Gisin, seconda nella coppa: dopo aver visto la Vlhova mancare la porta è andata con prudenza perfino eccessiva) e così alla Brignone – pettorale numero 5 – sono mancati dei riferimenti attendibili. Federica, insomma, ha dovuto inventarsi una gara quasi al buio (in termini metaforici ma anche pratici, perché la luce per le prime non era affatto ideale) e lo ha fatto ritrovando la decisione dei giorni migliori. Il tuo tempo (1’16’’65) è sembrato subito ottimo e destinato a resistere forse addirittura fino a regalarle il ritorno alla vittoria (che ancora le manca nella stagione). Ma purtroppo in superG oggi Lara Gut-Behrami ha la stessa forza che Sofia Goggia vanta in discesa: la svizzera almeno in questa disciplina appare per ora insuperabile e ha inflitto scarti pesanti a tutte. La Tippler, scesa con il 18 e non tra le più attese per il podio (bisogna piuttosto ricordare che anche altre candidate ai primi posti, come Lester Ledecka, Corinne Suter e Kasia Lie, si sono buttate via), è stata battuta di ben 93 centesimi e solo per 9 ha levato il posto d’onore alla Brignone.

Lara Gut
Disappunto ma anche soddisfazione per Brignone

Federica a mente fredda miscelava pensieri di segno opposto: al disappunto per non aver trovato le condizioni ideale, unisce la soddisfazione per il quarto podio dell’annata (il quindicesimo dell’Italia declinata al femminile). «Sono contenta perché tatticamente ho disputato una bella prova. Il rimpianto sta nel fatto che in alcuni passaggi ho avuto troppo rispetto per la pista e non mi sono fidata a spingere come avrei potuto». Il podio minore non è ancora quello che lei immagina per sé stessa, ma è anche una buona cosa. Lo è pure, per Francesca Marsaglia, il quarto posto, una “medaglia di legno” che la romana-piemontese inquadra in un momento delicato: «E’ dall’inizio della stagione che ottengo buoni parziali in gara senza però mai concretizzare. Avevo bisogno di una risposta del genere. Ringrazio anche le compagne perché è grazie al loro alto livello che trovo gli stimoli per insistere e provare a migliorare». Le ultime parole sono di Sofia Goggia, che ancora una volta non ha concluso un superG (disciplina della quale è vicecampionessa del mondo in carica). Magari con la pista non l’ha fatta a pugni come in altre occasioni, ma dopo un paio di “goggiate” che l’avevano piazzata all’inseguimento della Gut-Behrami e non in vantaggio su di lei, è arrivato il peccato decisivo sul salto prima del traguardo. Sofia l’ha impostato troppo lungo e troppo sulla sua destra: nell’atterraggio si è quasi seduta e, pur riuscendo a rialzarsi e a passare uno striscione, ha mancato una porta rossa. Sul tabellone era seconda, ma in breve è comparsa la scritta DSQ: squalificata. «Ho buttato via un’occasione – commenta con amarezza colei che nei due giorni precedenti era stata irraggiungibile in discesa –: su quel “dente” ho messo troppa pressione, non immaginavo di finire così lunga. E’ già qualcosa, comunque, essere rimasta in piedi senza farmi male. Quello di Crans Montana rimane un bilancio eccellente? Sì, ma ora mi sento come chi ha cucinato un ottimo primo e un ottimo secondo e ha poi “cannato” il dessert». Le gare veloci del prossimo fine settimana a Garmisch potranno ridarle il sorriso. Ma prima, martedì 26, c’è il gigante di Plan de Corones. E qui l’Italia rosa torna prima di tutto in “zona Bassino”.

(Corriere della Sera)

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