23 Novembre, 2024
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In piena crisi di governo Matteo Renzi vola a Riad per una conferenza di 20 minuti.
È nel board di un ente saudita che ha promosso l’evento

 

Lo rivela Emiliano Fittipaldi sul sito del giornale Domani, sostenendo che il leader di Iv fa parte del comitato consultivo del FII Institute. Una nomina che secondo il quotidiano gli garantirebbe “fino a 80mila dollari l’anno” se partecipasse a tutte le riunioni in calendario. Dopo che ieri il premier Conte ha reso nota l’intenzione di salire al Quirinale per rimettere il suo mandato, però, Renzi è dovuto tornare stanotte in tutta fretta a Roma. Poi nella sua e-news rompe il silenzio: “Non è Italia Viva ad aver aperto una crisi”

Per un mese e mezzo ha ventilato, minacciato, e poi ottenuto la crisi di governo. Ma nei giorni giorni scorsi, proprio mentre le cose si sono fatte difficili per il Paese, con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a un passo dalle dimissioni e il rischio elezioni in piena pandemia sempre più concreto, Matteo Renzi è volato in Arabia Saudita per partecipare a un evento internazionale. Lo rivela Emiliano Fittipaldi sul giornale Domani, sostenendo che il leader di Italia viva siede nell’advisory board dell’ente governativo che ha organizzato l’iniziativa. Una nomina che secondo il quotidiano gli garantirebbe “fino a 80mila dollari l’anno” se partecipasse a tutte le riunioni in calendario. Dopo che ieri il premier ha reso nota l’intenzione di salire al Quirinale per rimettere il suo mandato, però, Renzi è dovuto tornare stanotte in tutta fretta a Roma. Il programma prevedeva che partecipasse alla due giorni organizzata dal FII Institute, organismo controllato dal fondo sovrano saudita, sui temi dell’innovazione nel mondo post-pandemia. Non solo come speaker per un intervento da 20 minuti – l’attività di conferenziere figura tra le più remunerative nella sua dichiarazione dei redditi del 2019 – ma, appunto, anche come membro del comitato consultivo dell’ente.

Il volo a Riad è stato confermato anche dal suo staff, che in una nota spiega le circostanze del viaggio: “Matteo Renzi non era a Ryad ‘per una conferenza da 50mila euro’ ma per un evento internazionale cui partecipano da anni molti esponenti del mondo della finanza, dell’innovazione, della politica mondiale, organizzato dal Fondo PIF”. Ulteriori dettagli si possono leggere sul sito del FII Institute, dove il senatore di Rignano figura in mezzo a vari speaker, tra cui Anand Mahindra, Jean Todt, il Ceo di Goldman Sachs David M. Solomon, Jean-Bernard Lévy. Stando al programma dell’evento, Renzi avrebbe dovuto parlare la sera del 28 gennaio, dalle 8.30 alle 8.50, durante una conferenza dal titolo “Ridefinire la leadership per l’era post-Covid: come inspirare un rinascimento economico nel 21esimo secolo”. Affianco al suo nome c’è poi la conferma formale di un ruolo che ricopre all’interno dell’ente governativo: “Board of Trustees Member”. Il giornale Domani sostiene che Renzi parteciperà comunque all’evento saudita, collegandosi da remoto come tanti altri relatori, e dovrebbe prendere ugualmente “il gettone di presenza garantitogli dal contratto” (la conferenza, invece, è fatta a titolo gratuito). Tutto mentre il capo dello Stato ha indetto le consultazioni e il suo partito, Italia viva, è atteso al Quirinale proprio giovedì alle 17.30.

L’incarico per il FII Institute – ente che secondo il giornalista Fittipaldi Renzi frequenta dal 2017 – si somma quindi alle tante altre attività da conferenziere che l’ex premier ha portato avanti da quando ha lasciato Palazzo Chigi. Stando all’ultima dichiarazione dei redditi pubblicata da poco sul sito del Senatorisulta che nel 2019 ha incassato un milione, 92 mila e 131 euro e ha pagato 425mila e 655 euro di imposte. Una grossa fetta arriva proprio dagli eventi a cui partecipa in giro per il mondo: a gennaio di due anni fa è stato a New York per Goldman Sachs, poi sempre a Riad per la Commissione Saudita per il Turismo. A marzo è atterrato negli Emirati per due eventi ed è tornato a Londra per conto di Algebris. Nello stesso anno fa un’altra capatina nella Capitale dell’Arabia saudita per la Financial Sector Conference. A maggio va allo Swiss Economic Forum di Interlaken e ad Astana in Kazakhstan per il 12esimo Economic Forum. Poi ci sono gli inviti in Cina, a Seoul, ad Atene. Tutti appuntamenti che si sono affiancati alla sua attività politica, il cui ultimo atto è stato il ritiro della delegazione di Italia viva dal governo giallorosso.

Il viaggio in Medio Oriente spiega anche il silenzio mediatico dietro cui si è trincerato Renzi negli ultimi giorni, dopo settimane di presenze nei salotti televisivi, nei tg e sui principali quotidiani. Mentre Pd, Movimento 5 stelle e Leu sono stati impegnati fino all’ultimo per scongiurare la caduta dell’esecutivo, che poi si è materializzata all’improvviso tra il 25 e il 26 gennaio, lui ha mandato avanti i suoi per cercare di gestire la situazione, tra appelli a un rinnovato “dialogo” e tentativi di smarcarsi dalle accuse di aver aperto una crisi in piena pandemia. Solo oggi il leader di Iv, di ritorno da Riad, ha scritto una nuova e-news. “Il Presidente Conte ha preso atto di non avere i numeri e si è dimesso”, scrive. “Dopo giorni di fango contro di noi, tutto è più chiaro. Non è Italia Viva ad aver aperto una crisi: è l’Italia che deve affrontare una crisi da far tremare i polsi”. Poi torna su temi già affrontati da quando ha innescato lo strappo con la maggioranza: “Siamo tra i peggiori al mondo come PIL nel 2020, come rapporto popolazione/decessi per Covid, come numero di giorni di scuola persi dai ragazzi”. A suo parere, è per questo che che va fatto “ciò che serve al Paese, ai suoi insegnanti, ai suoi lavoratori, ai suoi giovani: un governo serio, di legislatura, che dia risposte concrete e non evasive alle sfide drammatiche della pandemia”. Poi la promessa: “Noi andremo al Quirinale senza pregiudizi. Per noi la priorità è aiutare i cittadini a uscire da questa fase di stallo e di difficoltà non solo economica. Sprecare i soldi del Recovery, perdere tempo sui vaccini, ritardare il ritorno a scuola, vivere di sussidi sarebbero errori imperdonabili“.

(Il Fatto Quotidiano)

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