Giornata della memoria
Pubblichiamo alcune riflessioni della Prof.ssa Maria Laura Di Santo, insegnante dell’Istituto Di Vittorio di Ladispoli
La lingua italiana è interessante, ricca di sfumature che spesso non si colgono. Si usano indifferentemente alcuni termini contigui, senza coglierne la derivazione da differenti aree semantiche. E’ il caso di memoria e ricordo. I due termini hanno una differente etimologia che affonda le radici nel primo caso nella cultura greca, nel secondo caso nella cultura latina. Chi non ricorda Mnemosine, letteralmente una deificazione greca della memoria e madre delle nove Muse? Per la cultura greca, infatti, la memoria assume un valore così importante da essere associata ad una dea. La memoria è legata indissolubilmente alla sfera collettiva e pubblica della storia dell’uomo. “Il passato normalmente è definito come ciò che non è più, tuttavia esso esiste ancora da qualche parte” (Bergson). Ogni uomo, infatti, come già ricordava Croce “è un compendio di storia universale”. Già, la storia nella sua essenza come forma etica e principio di conoscenza, quel “passato che esiste ancora da qualche parte”. Se la si considera secondo questo punto di vista si giunge alla conclusione che essa è una sorta di categoria morale, collettiva ed oggettiva.
Il ricordo non è che una piccola parte che confluisce nella memoria, ha una dimensione interiore e non si espande pubblicamente. E’ legato alla sfera sensoriale, a suoni, odori, immagini ma anche a piccoli eventi, insignificanti forse per gli altri, fatti che non segneranno la storia del genere umano ma verranno racchiusi nel nostro cuore. Leopardi legava il ricordo alla teoria del piacere. Per il poeta recanatese nel ricordo tutto è sfumato e vago, indefinito. Si perdono quei contorni netti degli eventi, si perde la chiarezza delle forme. Già, perché ogni ricordo, talvolta, ha forma e voce, sempre più indistinta, in altri casi è vivido ed ancora fonte di felicità. Comunque lo si consideri resta legato al sentimento e al cuore.
Domani la nostra memoria sarà chiamata a concentrarsi su una tragedia che ha segnato e ferito l’umanità: il genocidio degli ebrei. Il presente si fonderà con il passato e diventerà esso stesso memoria. Noi, novelli figli di Mnemosine, non dimenticheremo. Mai.
Maria Di carlo