Al centro della catechesi la Bibbia, il luogo in cui Dio dà appuntamento all’uomo. La Sacra Scrittura è un tesoro inesauribile, è scritta “per uomini e donne che hanno nome e cognome”
Il Papa all’udienza generale ha parlato del Giorno della Memoria per commemorare le vittime della Shoah:
“Ricordare è una espressione di umanità, ricordare è segno di civiltà, ricordare è condizione per un futuro migliore di pace e di fraternità, ricordare è anche stare attenti perché queste cose possono succedere un’altra volta, incominciando dalle proposte ideologiche che vogliono salvare un popolo e finendo a distruggere un popolo e l’umanità. State attenti a come è incominciata questa strada di morte, di sterminio, di brutalità“.
IL TESTO INTEGRALE DELL’UDIENZA
“Un buon cristiano deve essere obbediente e creativo”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, al termine della catechesi dell’udienza di oggi, dedicata alla preghiera con la Bibbia e trasmessa in diretta streaming dalla biblioteca privata del Palazzo apostolico.
“Obbediente – ha spiegato a braccio – perché ascolta la Parola di Dio, e creativo perché ha lo Spirito Santo dentro che lo spinge a portarla avanti”. “La Parola di Dio si fa carne in coloro che la accolgono nella preghiera”, ha assicurato Francesco: “In qualche testo antico affiora l’intuizione che i cristiani si identificano talmente con la Parola che, se anche bruciassero tutte le Bibbie del mondo, se ne potrebbe ancora salvare il calco attraverso l’impronta che ha lasciato nella vita dei santi”. “Una bella espressione, questa”, ha commentato a braccio: “La vita cristiana è opera, nello stesso tempo, di obbedienza e di creatività”. “Le Sacre Scritture sono un tesoro inesauribile”, ha concluso: “Il Signore ci conceda di attingervi sempre più, mediante la preghiera”.
“A me dà un po’ di fastidio – ha aggiunto a braccio Francesco – quando sento cristiani che recitano versetti della Bibbia come pappagalli. Non è solo un problema di memoria ma è della memoria del cuore che ti apre all’incontro con il Signore: quella Parola, quel versetto ti porta all’incontro con il Signore”.
(Avvenire)