23 Novembre, 2024
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Piccoli comuni, la legge 158 vede luce

La legge 158 sui piccoli Comuni – approvata all’unanimità dalle Camere nel 2017 – finalmente vede una luce. La Conferenza Unificata ha approvato oggi l’elenco dei Comuni con meno di 5000 abitanti che potranno beneficiare dei finanziamenti previsti dalla legge – 160 milioni di euro, a oggi – e di altre risorse. È il primo Decreto che attua dunque la legge Realacci-Borghi, nella quale Uncem ha sempre fortemente creduto. Sono 5.518 i Comuni italiani individuati, che rientrano nelle seguenti tipologie previste all’articolo 1 della legge: i Comuni collocati in aree interessate da fenomeni di dissesto idrogeologico; quelli caratterizzati da marcata arretratezza economica; quelli nei quali si è verificato un significativo decremento della popolazione residente rispetto al censimento del 1981; i Comuni caratterizzati da condizioni di disagio insediativo; quelli caratterizzati da inadeguatezza dei servizi sociali essenziali, i Comuni ubicati in aree contrassegnate da difficoltà di comunicazione e dalla lontananza dai grandi centri urbani e quelli la cui popolazione residente presenta una densità non superiore a 80 abitanti per chilometro quadrato. Ancora, sono considerati piccoli e da comprendere tra i destinatari della legge, i comuni appartenenti alle Unioni di Comuni montani, quelli con territorio nel perimetro di un parco o area protetta e i Comuni nati da fusione.

Secondo passo per la piena attuazione della legge nazionale 158/2017, è predisporre, sempre con Dpcm, il “Piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli Comuni”, che contenga parametri e modalità di assegnazione del ‘Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli Comuni, destinato al finanziamento di investimenti diretti alla tutela dell’ambiente e dei beni culturali, alla mitigazione del rischio idrogeologico, alla salvaguardia e alla riqualificazione urbana dei centri storici, alla messa in sicurezza delle infrastrutture stradali e degli istituti scolastici nonché alla promozione dello sviluppo economico e sociale e all’insediamento di nuove attività produttive’, previsto all’articolo 3 della legge. Il Piano deve definire le modalità per la presentazione dei progetti da parte delle Amministrazioni comunali, nonché quelle per la selezione, attraverso bandi pubblici.

“Ora il Presidente del Consiglio dovrà firmare il Decreto che individua l’elenco degli Enti – afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem – ma questi passi, pur con enorme e drammatico ritardo, sono molto importanti. Ora dobbiamo guardare al Piano per spendere bene le risorse disponibili. Non dobbiamo certo spenderle dandole a pioggia! Sarebbe assurdo e inutile spendere i 160 milioni euro accantonati, stanziati da due leggi di bilancio, che accompagnano la legge 158/2017 sui piccoli Comuni, ripartendoli a pioggia, dando 30mila euro a ciascuno dei 5mila Comuni montani italiani. Non è questo il periodo storico nel quale dare qualche risorsa in modo quasi assistenziale. Dobbiamo stare all’articolo 3 e all’articolo 13 dove si dice che i Comuni piccoli lavorano insieme per lo sviluppo del territorio. Insieme. Non da soli. Questo, e solo questo, è il perimetro per investire bene, in tempi certi, lontani da caos burocratici, le risorse disponibili”. “Ricordo che oggi la legge 158 è applicata in alcune parti che riguardano i rapporti degli Enti con Poste Italiane per potenziare i servizi – sottolinea ancora Bussone -, per alcuni progetti di e-commerce per imprese dei territori, per alcuni progetti di e-government e di valorizzazione dei borghi. Di certo c’è molto da fare, non solo sul piano economico, per attuare pienamente la legge. Uncem è al lavoro su tutti questi importanti fronti. E il Piano nazionale per la riqualificazione dei Piccoli Comuni dovrà avere tempi rapidissimi di costruzione e attuazione”.

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